Lavoro: record disoccupazione giovanile, è al 38,4%
Il tasso di disoccupazione si attestava a marzo scorso all’11,5%, invariato rispetto a febbraio e in aumento di 1,1 punti percentuali nei dodici mesi. Lo rende noto l’Istat. Il numero di disoccupati, pari a 2 milioni 950 mila, diminuisce dello 0,5% rispetto a febbraio (-14 mila). Il calo interessa sia la componente maschile sia, in misura più lieve, quella femminile.
Su base annua la disoccupazione cresce dell’11,2% (+297 mila). Gli occupati a marzo scorso sono 22 milioni 674 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto a febbraio (-51 mila). Il calo riguarda la sola componente femminile. Su base annua l’occupazione diminuisce dell’1,1% (-248 mila). Il tasso di occupazione, pari al 56,3%, diminuisce di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,6 punti rispetto a dodici mesi prima.
Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta dello 0,5% rispetto al mese precedente (+69 mila unità). Il tasso di inattività si attesta al 36,3%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e in diminuzione di 0,2 punti su base annua.
A marzo l’occupazione maschile cresce dello 0,1% in termini congiunturali, mentre diminuisce dell’1,3% su base annua.
L’occupazione femminile si riduce dello 0,7% sia rispetto al mese precedente sia nei dodici mesi. Il tasso di occupazione maschile, pari al 65,9%, sale di 0,1 punti percentuali rispetto a febbraio, mentre diminuisce di 0,9 punti su base annua.
Quello femminile, pari al 46,7%, diminuisce di 0,3 punti sia in termini congiunturali sia rispetto a dodici mesi prima.
Rispetto a febbraio la disoccupazione diminuisce dello 0,7% per la componente maschile e dello 0,2% per quella femminile. In termini tendenziali la disoccupazione cresce sia per gli uomini (+12,5%) sia per le donne (+9,6%). Il tasso di disoccupazione maschile, pari al 10,7%, cala di 0,1 punti percentuali rispetto a febbraio, mentre aumenta di 1,2 punti nei dodici mesi; quello femminile, pari al 12,7%, aumenta di 0,1 punti rispetto al mese precedente e di 1,1 punti su base annua.
Il numero di inattivi aumenta nel confronto congiunturale per effetto della crescita della componente femminile (+0,8%), mentre rimane invariata la componente maschile. Su base annua si osserva un calo dell’inattività sia tra gli uomini (-0,3%) sia tra le donne (-1,0%).
LAVORO: DISOCCUPAZIONE GIOVANILE SALE AL 38,4% A MARZO
Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni sale al 38,4%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 3,2 punti nel confronto tendenziale. Lo comunica l’Istat. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 635 mila e rappresentano il 10,5% della popolazione in questa fascia d’età.
LAVORO: CONFESERCENTI, TRA AUTONOMI -416MILA OCCUPATI DAL 2008
Tra recessione e austerity, i lavoratori autonomi “sono la fascia che, proporzionalmente, ha pagato il conto più salato di questi cinque anni di crisi, perdendo sul campo 416mila posti di lavoro e bruciando 68 miliardi di reddito disponibile.
Un dato, quest’ultimo, che fa virare in negativo l’intero reddito primario nazionale (-30,9 miliardi)”. L’analisi è di Confesercenti che, in occasione del Primo Maggio, momento della riflessione sul tema del lavoro, lancia l’allarme per gli autonomi, composti in larga parte da piccoli e micro imprenditori. “Dalle autorevoli dichiarazioni rilasciate da più di un ministro – scrive la Confederazione – il nuovo Governo dimostra di riconoscere l’esigenza di ridurre la pressione fiscale attraverso un piano di tagli della spesa pubblica inefficiente e improduttiva, come Confesercenti suggerisce da anni. L’augurio è che i tagli siano portati avanti in modo rapido e coraggioso: secondo le nostre stime, si possono liberare 70 miliardi di euro”.
Secondo Confesercenti, il mix di crollo occupazionale, recessione e aumento della pressione fiscale ha determinato, nel periodo preso in esame, una pesante diminuzione dei redditi primari. Nel solo 2012, l’ammontare dei redditi “smarriti” rispetto all’anno immediatamente precedente l’inizio della crisi economica (2007) è risultato pari a quasi 16 miliardi; la metà della perdita complessiva (31 miliardi) accumulata, anno dopo anno, nel quinquennio. Particolarmente pesante la flessione dei redditi primari da lavoro autonomo: 67,8 miliardi nel quinquennio, un terzo dei quali concentrato nel 2012. “Un dato che trascina giù l’intero reddito primario nazionale: nello stesso periodo, infatti, quello da lavoro dipendente cresce di 13,9 miliardi”. (AGI)