Le cartelle pazze di Equitalia Polis
Da quello che percepiamo camminando
per strada e ascoltando la gente che parla nelle piazze e sui
marciapiedi delle vie principali della città c’è un annoso problema, in
questi mesi giunto all’apice, che pare affliggere i cittadini
contribuenti; un problema di cui, stranamente, tutti parlano tranne i
media locali e nazionali, salvo eccezioni. Anche i politici, eletti dal
popolo ma sempre intenti a perseguire fini divergenti da quelli
indicati da coloro che li hanno votati, abbozzano e fanno finta di
niente non dando, in tutti i programmi televisivi in cui si esibiscono e
nelle numerose interviste che rilasciano sui più stupidi e ameni
argomenti, alcuna concreta e doverosa risposta.
riferiamo al modus operandi della società di riscossione Equitalia
Polis che sta gettando scompiglio, sin dall’epoca in cui si chiamava
Gestline ed era controllata dal gruppo bancario San Paolo Imi, nella
città e nel resto della regione; si tratta di una delle 17 società
partecipate che operano in tutta Italia, tranne in Sicilia, con una
fitta rete di sportelli e che però si distingue per l’intento
persecutorio con cui cerca di riscuotere tributi e multe in tutta la
provincia napoletana ed anche nel resto della regione, in Molise, a
Bologna, Padova, Rovigo e Venezia.
degli uffici per rendersi conto della dimensione del problema. File
disumane stazionano sin dall’alba e alcuni, stando a quanto denunciato
dall’avv.Angelo Pisani (angelopisani.blogspot.com) leader
dell’associazione Noi Consumatori, “cedono i primi numeri della fila,
agevolando coloro che desiderano evitare disagi e lunghissime attese, ad
un prezzo che varia tra i 10 e i 30 euro”. Ciò naturalmente non accade
per colpa di Equitalia Polis tuttavia è proprio questa società che con
i suoi comportamenti terrorizzanti e vessatori crea le condizioni
necessarie a far verificare resse, preoccupazioni, danni economici e
depressione sociale. Sono migliaia le persone che si accalcano, ogni
giorno, agli sportelli per avere chiarimenti circa la propria posizione
debitoria, per pagare eventuali tributi ma soprattutto per reclamare
contro la prassi ormai consolidata di applicare fermi amministrativi
(circa quattro milioni), ipoteche sugli immobili (circa duecentomila)
spesso all’insaputa dei proprietari ed anche per importi inferiori agli
ottomila euro e senza notifica di avvisi di mora, pignoramenti
mobiliari (circa cinquemila), una discreta quantità di pignoramenti su
conti correnti bancari in violazione della legge sulla privacy ed
infine alcuni milioni di solleciti di pagamento parte dei quali senza
fondamento alcuno; e questi sono solo dati parziali e non certamente
definitivi elaborati da un apposito Osservatorio costituito su
iniziativa dell’avv. Pisani e di Noi Consumatori.
Giudice di Pace sono stati presi d’assalto, negli ultimi anni, da
cittadini indignati che hanno presentato una marea di ricorsi. Oggi non
è più facile ricorrere in quanto con la nuova normativa entrata in
vigore dal primo gennaio 2010 è necessario pagare, per ciascun ricorso e
indipendentemente dagli importi contestati, trenta euro di contributo
unificato unitamente a otto euro di spese forfettizzate fino
all’importo di euro 1100; oltre questa cifra e fino a 5200 euro per
avviare la procedura sarà necessario pagare all’ufficio del “magistrato
onorario” e “non togato” settanta euro più otto euro di spese
forfettizzate. Tutto ciò potrebbe apparire anticostituzionale in quanto
se da un lato coloro che fanno ricorso per abitudine rinuncerebbero
dall’intasare i Tribunali dall’altro i cittadini meno abbienti
dovrebbero desistere dal far valere le proprie ragioni e il proprio
diritto di difesa, in sede giudiziaria, di fronte a un ingiusto
privilegio della Pubblica Amministrazione venendo meno la parità delle
parti in contraddittorio oppure sarebbe costretto a versare il balzello
che, in caso di vincita del ricorso, non avrebbe la possibilità tecnica
di recuperare vista la complessità dell’iter burocratico. Già nel 2004
il legislatore introdusse l’obbligo di versamento di deposito
cauzionale in caso di ricorso al Giudice di Pace ma la norma fu
dichiarata incostituzionale per le ragioni succitate. Insomma è una
situazione ingarbugliata da cui è difficile uscire.
di là delle sacrosante perplessità maturate da parte dei cittadini
letteralmente perseguitati e terrorizzati da ogni squillo di citofono e
da ogni arrivo di plichi postali, da parte di tutte le associazioni di
consumatori che hanno attivato appositi sportelli di consulenza e
hanno elaborato modelli da utilizzare per i ricorsi nonché da parte di
studi legali come Marino, Carlomagno e Pisani che hanno
professionalmente scelto di difendere i contribuenti, è stata investita
circa un anno fa da una bufera giudiziaria che ha visto nel mirino del
pubblico ministero di Napoli Valeria Gonzalez y Royero e del giudice
Maria Vittoria De Simone i vertici della società di riscossione fra cui
l’ex presidente Attilio Befera, oggi direttore dell’Agenzia delle
Entrate, Renato Scognamiglio, Antonio Cantalamessa, Antonio
Scognamiglio, Mauro Bronzato, Marco Rossigni e Andrea Rigoni. Il reato
ipotizzato è abuso d’ufficio derivante da iscrizione di ipoteche
immobiliari per debiti fiscali inferiori al tetto stabilito dalla legge
(ottomila euro), mancato controllo di servizio di notifica degli atti,
addebito ai contribuenti delle spese di iscrizione e cancellazione
ipotecarie. Dunque al di là delle note di colore riportate sulla stampa
nazionale e relative alle “cartelle pazze”, di cui ciclicamente si
parla superficialmente, come se fosse normale in un Paese civile
l’essere perseguitato senza ragione e per banali errori, gli atti
giudiziari danno forma e concretezza a reati gravi che, se confermati,
potrebbero portare all’interdizione dai pubblici uffici di gran parte
degli indagati. Anzi in caso di accoglimento delle accuse da parte del
pubblico ministero le norme relative alla riscossione dovrebbero essere
tutte riscritte. Ma il Tribunale semplicemente “non ha fatto nulla,
non ha deciso, mentre il giudice De Simone è stato trasferito alla
Direzione Nazionale Antimafia a Roma e il nuovo giudice neppure è stato
nominato” è scritto in un documento redatto dai lavoratori di
Equitalia Polis.
riscossione potrebbe esserci, viste le recenti bufere giudiziarie che
poi si arenano inspiegabilmente in “porti delle nebbie” da cui la
verità definitiva tarda a uscire allo scoperto, mentre migliaia di
contribuenti vanno a finire sul lastrico e innumerevoli aziende sono
costrette a chiudere in un momento di crisi congiunturale che non ha
precedenti; il tutto nella più completa indifferenza dei politici
locali e nazionali sommamente concentrati sulle prossime elezioni . Non
si può credere che nessuno ha pagato multe (in merito alle quali sono
scoppiati molti scandali per autovelox modificati e limiti di velocità
assurdi), tasse, imposte e tributi per tanto tempo; a causa dei furbi
che sempre sono esistiti e sempre esisteranno nessuno può essere
abilitato a sparare nel mucchio solo per far battere cassa a uno Stato
che rischia la bancarotta ad ogni finanziaria, ciò indipendentemente da
chi siede al governo.
di Equitalia Polis le cose non sono cambiate anzi si registra una crisi
interna che ha visto costretti i Lavoratori Esattoriali Equitalia
Polis e la Confederazione Sindacale Nuova Tutela a redigere un
documento inviato ai ministri Tremonti e Brunetta, ai presidenti del
Senato e della Camera Schifano e Fini, al Procuratore Capo della
Repubblica di Napoli Lepore e ai pubblici ministeri Gonzalez
specializzata in reati contro la Pubblica Amministrazione e Henry John
Woodcock già titolare di numerose inchieste a carico di politici e
personaggi influenti del mondo dello spettacolo, alla Procura Generale
presso la Corte dei Conti, ad alcuni politici ed infine a giornalisti
come Feltri, Mauro, Lindner e Gabanelli.
emergere uno spaccato preoccupante di mobbing e soprusi attuati
all’interno dell’azienda contro alcuni funzionari e quadri intermedi ( è
ancora viva l’impressione del gesto estremo con cui il giovanissimo
dirigente Giovanni Siragusa si lanciò nel vuoto dal 15° piano della
sede di Equitalia Polis nel maggio scorso) messi sotto pressione da
giochi di potere, avvicendamenti e scaricabarile continui per far
sfuggire i veri colpevoli alle responsabilità che da più parti vengono
contestate. Dall’ aprile del 2009 l’amministratore delegato della
società è Benedetto Mineo “vicino all’ex governatore della Sicilia Totò
Cuffaro e amico del Ministro di Giustizia Alfano”, presidente è Renato
Mancini “dell’entourage del capogruppo PdL al Senato Maurizio
Gasparri”, vice presidente è Pierpaolo Supino “stretto parente di un
generale della Guardia di Finanza” mentre M.Mastrominico, “figlio del
Presidente del Tribunale di Salerno”, è diventato responsabile del
settore legale. Il fatto di dare incarichi a personaggi di così chiara
fama potrebbe rappresentare una scelta eccellente; tuttavia ci si
potrebbe trovare in casi palesi di conflitto d’interesse e nel documento
si parla di volontà di “scaricare i vecchi e di nominare persone
gradite ai poteri forti”.
esasperati, chiedono “il commissariamento di Equitalia Polis in quanto
la politica deve dare spazio ai giovani, valorizzandoli, e non
spingendoli al macello” mentre l’avv. Angelo Pisani attraverso il Centro
Studi diritti del contribuente di Noiconsumatori.it chiede
“l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta e la
convocazione di un incontro con i rappresentanti delle istituzioni e
delle pubbliche amministrazioni per la modifica della scandalosa
normativa riguardante le procedure di riscossione”.
all’azienda e abusi reiterati nei confronti di 15 milioni di cittadini
colpiti con punte massime di errori e casi anomali ai danni dei
contribuenti proprio nel Sud Italia, si registrano diffuse
irregolarità, mancanza assoluta di trasparenza e violazione delle norme
previste dallo statuto del contribuente; “di queste irregolarità – dice
Angelo Pisani – il 40 per cento sono da considerare insanabili in
quanto vengono violate più norme contemporaneamente” e già diversi
giudici partenopei, sia dei tribunali ordinari che dell’ufficio del
giudice di pace (Gattoni, Marzano, Salvatore e Mari) stanno dichiarando
fuorilegge il fermo amministrativo sui veicoli per presunte multe non
pagate e per cartelle esattoriali spesso mai notificate consentendo
all’associazione Noi Consumatori (www.noiconsumatori.org)
di chiedere il risarcimento del danno esistenziale e turbativa della
qualità della vita del cittadino vessato con condanne alla Società di
500 euro per i danni provocati e oltre mille euro di spese legali.
Inoltre, avvenendo tutte le procedure tramite computer e non
predisponendo accurati controlli a causa dell’ansia con cui si vuole
riscuotere il presunto debito, dati errati dei contribuenti vengono
diffusi nel circuito finanziario marchiando a tempo indeterminato
soggetti che vengono identificati dalle centrali di rischio come
“insolventi e cattivi pagatori” mettendo di fatto in difficoltà
innumerevoli persone che si vedono precluse tutte le vie a mutui,
prestiti e finanziamenti, in quanto già condannate prima ancora di
potersi difendere.
alcuno, anche se l’imposizione fiscale è decisamente troppo alta a
fronte di servizi scadenti e incivili per un Paese industrializzato e
patria del diritto (sanità da terzo mondo, scuola antiquata e con
annosi problemi strutturali, giustizia con processi di lunghezza
biblica, opere pubbliche faraoniche e inutili senza alcuna manutenzione
per l’esistente, previdenza e welfare allo sbando e senza regole);
tuttavia vanno pagate e l’Italia è piena di cittadini di buona volontà
che fanno il loro dovere giorno dopo giorno. Dunque l’immagine di un
Paese di evasori e di furbi costruita ad arte dai media lottizzati dal
potere politico non può in alcun modo giustificare abusi e prepotenze
su milioni di persone che, umiliate, sono costrette a pagare anche
quanto non è dovuto per prescrizione dei tempi o per errori gravi,
facendosi soffocare dalla morsa di un business fisco-riscossione nelle
mani di oligarchie politico-bancarie che sfuggono al controllo degli
stessi personaggi che hanno loro conferito poteri illimitati. Un
qualunque privato che si comportasse in un modo simile verrebbe
denunciato per usura e minacce e non si capisce perché nessuno faccia
nulla per bloccare un sistema che sta mietendo vittime, anche
innocenti, in una città dove una innegabile tensione sociale è sotto
gli occhi di tutti.
Il Presidente di Equitalia Polis, da Roma, ci scrive la lettera che segue:
Gentile Direttore,
oggi su www.napoli.com dal titolo “Le cartelle pazze di Equitalia
Polis”, a firma di Antonio Tortora, si ritiene opportuno precisare
quanto segue.
pubblico Equitalia, per legge ha il dovere di recuperare i tributi non
pagati ai vari enti impositori, unici titolari del credito. In qualità
di agente della riscossione non può ad alcun titolo pronunciarsi
riguardo al merito e alla legittimità della pretesa debitoria nei
confronti dei contribuenti.
accusare Equitalia Polis di “intento persecutorio” e “comportamenti
terrorizzanti e vessatori” riferiti alla “prassi ormai consolidata di
applicare fermi…ipoteche…pignoramenti”, come riporta l’articolo.
L’agente della riscossione, infatti, svolge la sua attività
istituzionale di recupero dei tributi iscritti a ruolo in applicazione
della normativa vigente. Le procedure cautelari vengono attivate
soltanto dopo che i contribuenti sono stati avvisati in merito alla loro
posizione debitoria e comunque mai prima che siano scaduti 60 giorni
dalla notifica della cartella, così come prevede la legge.
Equitalia è ripristinare la legalità e non “affliggere i cittadini
contribuenti”, come invece si legge nell’articolo, tenendo sempre
presente che il recupero delle somme non pagate ai vari enti impositori
è un atto di giustizia nei confronti di tutti i cittadini che pagano
regolarmente le tasse.
diffamatorio dell’articolo, Equitalia Polis rende noto che ha dato
mandato agli uffici legali di intraprendere tutte le azioni opportune
al fine di tutelare l’onorabilità e l’immagine della società.
Distinti saluti
Il Presidente di Equitalia Polis
Renato Manzini
di Equitalia parla di “contenuto altamente diffamatorio dell’articolo” e
di aver “dato mandato agli uffici legali di intraprendere tutte le
azioni opportune al fine di tutelare l’onorabilità e l’immagine della
società”, mi sembra doveroso precisare che l’articolo ha solo
contestualizzato una serie di avvenimenti – peraltro già ampiamente
riportati dalla stampa nazionale e locale, dai blog, dai social forum,
dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni di consumatori e da
innumerevoli altri media – che potevano apparire interessanti nel già
critico panorama napoletano. La documentazione e le fonti di quanto
raccolto e pubblicato recentemente anche da altre testate è a
disposizione.
quindi, tanto che i dirigenti della società vengono definiti
“personaggi di chiara fama” e frutto di “una scelta eccellente”.
situazione di grave malessere che serpeggia nella cittadinanza senza
mettere in discussione alcuna il “dovere di recuperare i tributi non
pagati ai vari enti impositori”, scrivendo, anzi, che “le tasse vanno
pagate senza dubbio alcuno”.
sentono vessati e terrorizzati per l’applicazione di leggi non adeguate
ai tempi ed alle situazioni. Cartelle pazze, errori di notifica,
notifiche “fantasma” presso le case comunali, pignoramenti e
addirittura vendite all’asta all’insaputa del contribuente non
contribuiscono certo a sfatare queste sensazioni.
“pronunciarsi riguardo al merito e alla pretesa debitoria nei confronti
dei contribuenti” in quanto ha l’esclusivo compito di riscuotere.
proprio approccio col pubblico che – in fondo – è il suo vero “datore di
lavoro”: le innumerevoli file agli sportelli e all’interno degli
uffici, operatori di sportello che non sempre riescono a fornire
risposte esaurienti, strani personaggi che “vendono” precedenze
andrebbero eliminate per far sì che, applicando le leggi in modo più
riflessivo ed “umano” e dando informazioni cortesi, semplici, concise ed
utili, il lavoro possa svolgersi in serenità per i contribuenti e per
gli stessi operatori.
S. C.
COMMENTO A L’OFFESA DEL PRESIDENTE Volevo precisare una cosa, e loro dovere riscuotere crediti quando è esistente il titolo,nel mio caso il titolo era inesistente e comunque hanno proceduto alla vendita all’asta ,a mia insaputa ,dimenticavo sapete l’aggiudicatario chi era un impiegato del banco di Napoli che ha fatto il famoso cavallo di ritorno.quindi che il presidente si sia offeso è pure logico non credete.