LE DICHIARAZIONI DEL DELEGATO PROVINCIALE ONAV, IL PROF. SABINO SPINA
La produzione del greco di tufo DOCG è estesa su di una superficie limitata ad otto comuni della Valle del Sabato e comprende le stesse zone dove una volta veniva estratto lo zolfo.
Lo zolfo era ed è impiegato per prevenire e curare alcune malattie crittogamiche (oidio della vite).
A mio parere è proprio lo zolfo presente in strati sottili del sottosuolo (lenti) a determinare nel vino quella complessità aromatica che lo esalta,lo caratterizza e lo distingue.
La natura del terreno, la sua struttura chiusa e il microclima ne determinano un ambiente peculiare ed unico, che non si riscontra in altre località di produzione vinicola, dove la natura non ha le stesse caratteristiche e le stesse potenzialità.
Possiamo quindi affermare, sulla base di questi elementi strutturali, che il GRECO prodotto in altre zone non è lo stesso di quello tipico prodotto negli otto comuni detti appunto “del greco di tufo”, e non solo per la composizione chimica.
Speriamo che l’intervento dell’uomo non vada a modificare l’ambiente climatologico esente da vapori.
Il passaggio dallo stato solido a vapore può provocare danni enormi,perché alcune evaporazioni portano sostanze che se assorbite poi, in vari processi che la vite esplica quali:
respirazione, funzione clorofilliana e traspirazione, vanno a modificare la fisiologia dei comportamenti della pianta,
andando a modificare quello che è
lo stato organolettico-aromatico del vino.
Il rischio è la perdita di quella “miniera” fuori-terra che una volta era entro-terra.
IL DELEGATO PROVINCIALE O.N.A.V Prof. Sabino Spina