Le mani della camorra sulla discarica di Chiaiano
La Procura di Napoli è al lavoro per chiarire il coinvolgimento della camorra nello smaltimento dei rifiuti ed in particolare sta indagando sugli appalti per la cava di Chiaiano e sull’uso di materiali di scarsa qualità per foderare l’invaso nel quale vi sono tonnellate di rifiuti. Ieri sono stati emessi 10 avvisi di garanzia per tecnici e amministratori della associazione di imprese per la gestione della discarica, con perquisizioni e sequestri. Le analisi del Noe evidenziano la presenza di percolato nel sottosuolo. Intanto, torna prepotente la rivolta dei cittadini che chiedono la chiusura immediata della cava. Blocchi stradali a singhiozzo hanno mandato in tilt, per alcune ore, la scorsa notte lo sversamento dei rifiuti nella discarica. La protesta è stata decisa dopo che i cittadini hanno appreso dell’inchiesta della Procura di Napoli, che ha portato all’emissione di una serie di avvisi di garanzia per infiltrazioni di clan nella gestione del sito e per le condizioni ambientali della discarica dove si sarebbe accertata la penetrazione di percolato nel sottosuolo.
La protesta è andata avanti fino alle 4 del mattino e solo successivamente è stato possibile completare lo sversamento dei rifiuti in discarica.
“A pagare, ancora una volta, sono i cittadini – spiega l’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione NoiConsumatori.it -. Non è possibile che i napoletani debbano subire danni ingenti sia economici che ambientali a causa dell’inefficienza delle amministrazioni locali. Se si è arrivati a questo punto, di certo, ci sono precise responsabilità da parte di chi finora ha governato la città. La Procura, dunque, fa bene ad indagare sugli appalti ma dovrebbe anche individuare le colpe e le omissioni di controlli che si sono ripetute negli anni all’interno della “macchina organizzativa” del sistema di raccolta e conferimento dei rifiuti”. L’avvocato Pisani, infine, sottolinea che “di fronte alle notizie che vengono fuori dalla Procura di Napoli si dovrebbe studiare il modo di ridurre il costo della tassa sui rifiuti (Tarsu) almeno finché non vi sia un vero e continuativo servizio di raccolta della spazzatura e finché non venga garantito il rispetto delle norme igienico-sanitarie per chi abita nei pressi delle discariche”.