Le negano la ‘pillola del giorno dopo’, resta incinta. Fa causa all’Asl
Accortasi che il preservativo del partner si era lacerato durante il
rapporto, chiese alla Asl di Teramo la “pillola del giorno dopo”. Che
le fu rifiutata: la donna, una 37enne di Tortoreto, rimase così
incinta. Ora la protagonista della disavventura ha fatto causa
all’Azienda sanitaria, chiedendo mezzo milione di euro di danni; ma
l’Asl si difende spiegando che ci sono molti punti da chiarire. La
causa sarà discussa il 17 giugno.
Secondo quanto riferito dalla
donna nel suo ricorso al giudice civile, tre anni fa si presentò alla
Guardia medica e poi al Pronto soccorso per chiedere la
somministrazione della “pillola del giorno dopo”, essendosi accorta
dell'”incidente” durante il rapporto sessuale con il partner. A sua
detta, però, ottenne due rifiuti e alla fine, dopo qualche giorno,
ottenne la prescrizione da una ginecologa.
Ma ormai era troppo
tardi: la donna restò incinta e partorì un maschietto, della cui
paternità il compagno non ha voluto sapere. L’Asl, secondo la donna,
con il suo doppio rifiuto determinò la gravidanza indesiderata e dunque
il danno biologico e patrimoniale.
La difesa della Asl,
sostenuta attraverso la compagnia assicuratrice dall’avvocato Bruno
Massucci, sostiene invece che la somministrazione della pillola sarebbe
stata possibile dietro visita ginecologica preliminare, alla quale però
la paziente per ben due volte si rifiutò di sottoporsi, la seconda
anche per iscritto. Nel corso dell’udienza la Asl sosterrà anche
l’assenza di responsabilità specifica perché la paziente, come prevede
la legge, in mancanza di assunzione della pillola avrebbe potuto far
ricorso all’interruzione di gravidanza.