Legittima l’ammissione al giudizio abbreviato per i fatti già oggetto di indagine in dibattimento
L’imputato può chiedere in dibattimento di essere ammesso al rito abbreviato in
relazione a fatti (reato concorrente e fatti diversi) oggetto della
stessa indagine contro di lui. Lo ha deciso la Corte Costituzionale con la sentenza n. 333 del 17 dicembre 2009, con cui ha stabilito
l’illegittimità costituzionale dell’art. 517 del codice di procedura
penale, in particolare ha criticato la parte in cui non è prevista la facoltà dell’imputato di
richiedere al giudice del dibattimento il giudizio abbreviato
relativamente al reato concorrente contestato in dibattimento, quando
la nuova contestazione concerne un fatto che già risultava dagli atti
di indagine al momento di esercizio dell’azione penale. I
giudici, inoltre, hanno bocciato l’art. 516 del
codice di procedura penale, in particolare criticando la parte in cui non è prevista la facoltà
dell’imputato di richiedere al giudice del dibattimento il giudizio
abbreviato relativamente al fatto diverso contestato in dibattimento,
quando la nuova contestazione concerne un fatto che già risultava dagli
atti di indagine al momento di esercizio dell’azione penale.