Cartelle ‘amiche’ da Equitalia? Massima attenzione prima di firmare…
Equitalia, che le sta spedendo ad oltre 330 mila italiani, le definisce “cartelle amiche”, probabilmente per alleviare lo sgomento che coglie i destinatari ogni volta che il postino recapita a casa un atto targato Fisco. Vediamo allora di che si tratta. «Vogliamo fare il possibile per ridurre al minimo la burocrazia e rendere semplice poter pagare e dialogare con noi e mettersi in regola», dice l’AD di Equitalia Ruffini, nel tentativo di spiegare cosa intendono loro per “amicizia”. Si tratta in realtà del modulo con cui il contribuente può scegliere come pagare e in quante rate il proprio debito con il Fisco.
Le cosiddette “cartelle amiche”, che riguardano esclusivamente i debiti compresi tra 600 e 50 mila euro, sono indirizzate ai contribuenti che non hanno mai attivato un piano di rateizzazione con Equitalia. Circa 90mila stanno già arrivando nelle aree metropolitane di Roma, Milano e Napoli, dopo i test effettuati nei primi mesi di quest’anno a Varese, Firenze e Lecce. Un test valutato positivamente: tanto che adesso arrivano in tutta Italia, ad esclusione solo della Sicilia.
«Il progetto – viene spiegato in una nota – rientra nel più ampio piano di semplificazione per cambiare volto ai servizi di Equitalia», società – lo ricordiamo – partecipata da Agenzia delle entrate e Inps. «A volte – ammette Ruffini – l’impatto con la cartella può essere profondamente negativo e la non conoscenza di alcuni strumenti che vengono incontro al contribuente può provocare angoscia e confusione. Per questo abbiamo voluto inserire nella cartella uno strumento chiaro, in cui sono indicate le varie possibilità per poter pagare a rate il proprio debito». Il povero contribuente dovrà barrare alcune caselle per determinare numero delle rate e consistenza dell’importo. Così «si stabilisce un piano che poi deve essere rispettato – aggiunge Ruffini – ma vogliamo fare il possibile per ridurre al minimo la burocrazia e rendere semplice poter pagare e dialogare con una società che rappresenta l’ultima occasione per mettersi in regola».
Naturalmente, quando il destinatario avrà scelto, obtorto collo, il piano di pagamento, ad esso dovrà essere aggiunto l’ammontare degli interessi che vanno all’ente creditore (ad esempio Comune, Regione, Agenzia delle entrate, Camere di commercio e Inps).
«In verità – sbotta il presidente di www.noiconsumatori.it Angelo Pisani – gli italiani hanno qualcosa di ben diverso in mente, quando parlano di amicizia. In ogni caso, prendiamo atto della volontà di ridurre almeno la burocrazia, ma consigliamo ai contribuenti di prestare la massima attenzione prima di sottoscrivere questi documenti e, se possono, di chiedere consulenza ad una delle sedi di noiconsumatori.it in tutte le regioni d’Italia».
E a riprova della necessità di adottare sempre le dovute cautele, noiconsumatori.it ricorda che molto spesso le apparenti facilitazioni per gli utenti nascondono il “trucco”. Ad esempio, la legge di stabilità 2015 ha introdotto la sanatoria delle cartelle esattoriali di Equitalia sotto i 300 euro, ma lo sgravio non può essere richiesto dal cittadino. La valutazione sullo sgravio, infatti, viene affidata per la valutazione unicamente all’ente impositore, che può decidere in autonomia di non richiedere più ad Equitalia di recuperare il credito al contribuente. Così privando il cittadino della facoltà di esercitare un suo legittimo diritto.