Libia, Parigi: la Nato avrà un ruolo operativo e non politico
La Nato non avrà la “guida politica” della missione, ma assumerà un ruolo di “pianificazione e operativo”. A dirlo è stato il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, chiarendo il punto di vista di Parigi sul ruolo che l’Alleanza assumerà per le operazioni in Libia. Anche il portavoce del governo francese, Francois Baroin, ha spiegato che la Nato avrà un “ruolo tecnico” nell’ambito delle operazioni militari in Libia.
Intanto a Bruxelles si è svolta la nuova riunione degli ambasciatori dei 28 Paesi dell’Alleanza atlantica per decidere il comando delle operazioni militari. L’incontro, l’ennesimo dopo l’approvazione venerdì scorso della risoluzione 1973 dell’Onu, si è svolto all’indomani dell’accordo tra Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna per affidare alla Nato il comando delle operazioni. A quanto pare nessuna decisione è stata ancora presa sul comando della no-fly zone in Libia. A sottolinearlo è la portavoce dell’alleanza atlantica, Oana Longescu che precisa: ”Sulla no-fly zone continuano le consultazioni su come attuarla non è stata presa alcuna decisione”. La Nato, dice ancora Longescu, “è pronta ad agire se e quando richiesto”, precisando che ”ha condotto tutta la necessaria pianificazione per ogni eventualità e tutti i piani sono stati approvati”. E’ invece sotto il comando del contrammiraglio italiano Rinaldo Veri l’operazione navale della Nato per il rispetto dell’embargo sulle armi contro la Libia, nella quale sono impiegate 16 navi di sei Paesi dell’Alleanza atlantica. A riferirlo, in un incontro con i giornalisti, è stato il generale canadese della Nato Pierre St Amand. L’Italia ha messo a disposizione per l’operazione che “è già in corso” nelle acque del Mediterraneo la nave di controllo e di comando, una fregata, un sottomarino e due navi ausiliarie. Quanto alla partecipazione internazionale, la Thailandia ritira il sostegno prima offerto alla coalizione, mentre l’Olanda si prepara a partecipare alla missione con 6 caccia F-16, 200 militari e un dragamine. Da parte sua il governo tedesco ha acconsentito ad impegnare fino a 300 unità del personale delle forze aeree in Afghanistan, nel quadro delle forze Nato, per rendere disponibili truppe dell’Alleanza da utilizzare nella missione militare contro il regime di Gheddafi. Le unità saranno impegnate a bordo degli AWACS, ha stabilito il governo di Berlino. La decisione dovrà essere approvata dal parlamento venerdì e di fatto rappresenta un appoggio indiretto all’attuazione della no-fly zone sulla Libia. La Germania si era astenuta in sede di voto all’Onu sulla risoluzione che consentiva l’istituzione di una no-fly zone sulla Libia. C’è attesa intanto per l’approvazione da parte dell’Ue dell’estensione delle sanzioni a diverse entità economiche in Libia, inclusa la compagnia petrolifera nazionale Noc, gli Usa le hanno già imposte a 14 compagnie petrolifere controllate dalla Libyan National Oil Corporation, nel tentativo di chiudere i rubinetti di finanziamento di Muammar Gheddafi. Lo ha annunciato l’Ufficio per il controllo sugli asset esteri del dipartimento del Tesoro americano, spiegando che dopo l’intercettazione di tali gruppi ha disposto il congelamento degli attivi oltreoceano e vietato loro qualunque operazione finanziaria. Il Tesoro Usa, nel ricordare che la Libyan National Oil Corporation è la prima fonte di finanziamento del regime del colonnello, in una nota ha sollecitato gli altri governi ad attuare verifiche simili per essere sicuri che Gheddafi non faccia ricorso ad altri gruppi in vario modo legati a società libiche. Mentre arrivano le prime cifre sui costi degli attacchi delle forze americane e europee, che superano già centinaia di milioni di dollari. Costi che potrebbero aumentare in modo significativo se l’operazione dovesse prolungarsi. Fino a ieri la coalizione aveva già impiegato almeno 162 missili Tomahawk, dal costo di 1-1,5 milioni di dollari l’uno, e inviato i bombardieri B-2 per un totale di 25 ore di volo, ad un costo di almeno 10mila dollari all’ora. La no-fly zone, secondo quanto stabilito dal Center for Strategic and Budgetary Assessments di Washington, potrebbe costare tra i 100 e i 300 milioni di dollari a settimana.