Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma
La riforma della scuola secondaria è una corsa contro il tempo, ma il
ministro Mariastella Gelmini ha più volte garantito che tutto andrà
come previsto: da settembre debutteranno i nuovi licei, insieme con il
riordino degli istituti tecnici e di quelli professionali. Intanto,
sarà rinviato di un mese – a fine marzo – il termine per le iscrizioni.
Sono le ultime rassicurazioni di Viale Trastevere, anche se manca
ancora l’ufficialità. Condizione che non sta risparmiando a famiglie e
studenti, incertezza sulla scelta dell’indirizzo di studi superiori.
La
settimana appena iniziata dovrebbe però essere decisiva. Nei prossimi
giorni arriveranno, infatti, gli ultimi pareri necessari prima dell’ok
definitivo del governo alla riforma. Si dovrebbero esprimere,
nell’ordine, consiglio di Stato e commissioni parlamentari. Secondo
indiscrezioni, e salvo sorprese dell’ultima ora, i pareri (non
vincolanti) saranno positivi ma conterranno molti paletti, a cominciare
dalla richiesta di avviare il nuovo “sistema” coinvolgendo solo le
classi prime.
Toccherà poi al consiglio dei ministri il varo
definitivo – sicuramente entro questo mese -, seguito dalla firma del
capo dello Stato, la registrazione della Corte dei conti e la
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: dal sì del governo scatterà una
campagna di informazione rivolta alle famiglie e ai ragazzi che
dovranno scegliere il percorso di studi.
Gli studenti che oggi
frequentano la terza media sono dunque in attesa di sapere con certezza
se le iscrizioni saranno rinviate sino a fine marzo. Il panorama dei
nuovi percorsi di studi risulta molto più semplificato rispetto a
quello attuale, perché verranno aboliti moltissimi indirizzi e tutte le
sperimentazioni; alcuni subiranno modifiche, altri ancora saranno
istituiti per la prima volta.
Le nuove leve
Qualche esempio sulle tante novità in arrivo: ci sarà un liceo
scientifico tecnologico dove non è previsto lo studio del latino; il
liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico
economico, anch’esso senza latino; tra le new entry ci saranno il liceo
linguistico statale e il liceo musicale e coreutico.
In tutti i
corsi di studio ci sarà una riduzione dell’orario scolastico: 27 ore
settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico,
linguistico e delle scienze umane; 32 ore nel liceo musicale e
coreutico; 34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli
attuali istituti d’arte; 32 ore settimanali negli istituti tecnici e
professionali. Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l’orario
settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e
le 36 ore settimanali.
Inglese a tutto campo e in tutte le scuole
per cinque anni e, nell’ultimo anno, apprendimento in inglese di una
materia del corso di studi. Gli istituti, nelle prossime settimane,
dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle
loro famiglie le informazioni più dettagliate relative all’intero nuovo
scenario del secondo ciclo.
Il restyling dovrebbe coinvolgere anche
molti ragazzi che ora frequentano la scuola superiore. In particolare,
lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali
stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi
iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l’orario delle lezioni
delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È però
evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario
di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l’eliminazione di
qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni
precise.
Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece,
secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d’orario
riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da
inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l’orario slim per
alcune materie è tuttavia l’ipotesi più probabile.
Il regolamento di
riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma
le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010/2011, lasciando però
immutati gli orari del triennio.
Chi è già iscritto
I cambiamenti che coinvolgeranno gli studenti che già frequentano
le superiori avranno quasi sicuramente un impatto negativo sulla
continuità didattica, anche se è impossibile allo stato delinearne la
dimensione precisa, tanto più che sarà comunque diversa a seconda del
tipo di scuola. Nelle ipotesi più semplici ci sarà la riduzione
d’orario di qualche materia non ancora individuata; in altri casi ci
sarà qualche materia nuova con relativo cambiamento dell’insegnante.
Va
comunque sottolineato che in tutti i pareri acquisiti dal governo,
oltre che nel dibattito che accompagna la riforma, è stato unanimamente
chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare
tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di
binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di
studi. Al momento dell’approvazione definitiva della riforma da parte
del consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta,
anche su tutti i segnali dal Miur vanno già in questa direzione.
Tenendo presente che limitarsi a far esordire il riordino soltanto
nelle prime classi – misura del tutto ragionevole sul piano
dell’impatto didattico e organizzativo – significherebbe, per il
governo, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d’orario
introdotte dalla riforma.
Gli insegnanti
Naturalmente l’impatto della riforma sarà forte sul
fronte dei docenti. Il meccanismo di riordino della spesa è stato
varato con la manovra triennale (legge 133) voluta nel 2008 dal
ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. E prevede un taglio
complessivo di 87.400 cattedre, da completare entro il 2011/2012. Per
il prossimo anno scolastico, dunque, la sforbiciata sugli insegnanti
toccherà quota 15.560 e nel 2011/2012 saranno tagliati 19.676 posti.
Coniugare
i correttivi alla riforma delle superiori con le economie programmate
si presenta comunque come un rompicapo non facile da risolvere.