L’Inps gioca d’anticipo sulle colf straniere
sull’approvazione della domanda di emersione. In attesa di sapere se la
richiesta di regolarizzazione della colf o della badante sarà accolta,
infatti, i contributi previdenziali all’Inps, per chi è ancora in
attesa di risposta, devono essere pagati entro domani come per tutti i
lavoratori domestici e, in caso di rigetto della domanda, non saranno
restituiti.
Oltre ai 500 euro versati a settembre come pagamento a
forfait dei contributi del secondo trimestre 2009, infatti, i datori di
lavoro sono obbligati anche al versamento del terzo e quarto trimestre
2009 (importo minimo di 345,8 euro per il terzo trimestre per chi ha
dichiarato 20 ore di lavoro e di 349,79 euro nel quarto trimestre,
perché un festivo cade di domenica). Il versamento dei contributi
relativi al terzo e al quarto trimestre 2009, però, non deve essere
considerato come accettazione dell’istanza, che può essere comunque
respinta dallo sportello.
È quanto risulta dal messaggio n. 30264
del 29 dicembre 2009 dell’Inps (si veda anche «Il Sole 24Ore» del 31
dicembre) – reso noto due giorni fa – nel quale l’Istituto precisa che
il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali è comunque
dovuto, anche in assenza di contratto di lavoro, in base a quanto
disposto dall’articolo 2126 del Codice civile sulle prestazioni di
fatto. «Sono contributi dovuti per il lavoro realmente svolto – spiega
Teresa Benvenuto, segretario nazionale Assindatcolf, l’associazione
sindacale dei datori di lavoro domestico aderente a Confedilizia – che
non vengono restituiti in caso di bocciatura della domanda di
emersione. Se, per esempio, la pratica viene respinta perché la badante
ha un provvedimento di espulsione – prosegue Benvenuto – quest’ultima
non potrà essere regolarizzata e dovrà lasciare l’Italia senza poter
beneficiare, in futuro, dei contributi relativi al lavoro realmente
svolto».
La richiesta di versamento dei contributi anche da parte
dei datori che sono ancora in attesa della convocazione agli sportelli
– si legge nel messaggio Inps – è una scelta fatta per «evitare il
versamento in unica soluzione di tutti i contributi dovuti dal 1°
luglio 2009 fino alla data della sottoscrizione del contratto di
soggiorno».
Per il pagamento i datori di lavoro dovranno utilizzare
i bollettini precompilati inviati dall’Inps: in totale sono 181.869 i
bollettini in arrivo nelle case di chi ha regolarizzato un lavoratore
domestico grazie alla legge 102/2009. In realtà, quindi, non tutti i
300mila datori che hanno presentato domanda stanno ricevendo i
bollettini: tra tutte le istanze pervenute al ministero dell’Interno
attraverso il sito internet sono state infatti scartate, in una prima
fase, quelle in cui sono presenti più di tre denunce per un unico
datore di lavoro e tutte quelle per le quali l’importo forfettario
versato con il modello F24 è diverso dai 500 euro richiesti. Nella
seconda fase sono state poi abbinate le istanze ai modelli F24: «Tale
abbinamento – chiarisce l’Inps nel messaggio – è stato possibile
soltanto quando c’è stata perfetta corrispondenza tra i dati presenti
sui due modelli sia per il codice fiscale del datore di lavoro che per
gli estremi del documento del lavoratore». Questa lavorazione ha
fornito un totale di 190.072 abbinamenti tra versamento effettuato e
domanda presentata. L’elaborazione ha, infine, scartato tutte le
domande per le quali il rapporto di lavoro risultava già regolarizzato
e registrato.
L’Inps, quindi, ha inviato 181.869 bollettini
precompilati relativi alle pratiche non ancora concluse ma formalmente
corrette, i cui requisiti saranno verificati dallo sportello unico
all’atto della convocazione. «Nei bollettini – commenta Benvenuto –
viene indicato un codice rapporto di lavoro provvisorio ed è stata
fissata per tutti una data di assunzione convenzionale (il 1° aprile
2009).
Per quanto riguarda l’entità dei contributi relativi al terzo
e al quarto trimestre 2009, l’Inps ha fatto il calcolo sulla base delle
ore dichiarate nella domanda di emersione, mentre la retribuzione è
stata determinata sulla base dei minimi retributivi fissati dalla
commissione nazionale». Se la retribuzione effettivamente corrisposta o
il numero delle ore lavorate sono maggiori di quelle prese a
riferimento, il datore potrà utilizzare i bollettini in bianco allegati
a quelli precompilati.
Non tutti i datori, però, hanno già ricevuto
i bollettini. La scadenza dell’11 gennaio (si veda il «Sole 24Ore» del
4 gennaio), secondo il segretario Assindatcolf, non è tassativa: «I
datori hanno 30 giorni a partire dalla data di ricezione dei bollettini
Inps per versare gli importi dovuti».