L’Inps lancia i controlli su 120mila professionisti
MILANO – Adesso è ufficiale. Anche quest’anno l’Inps andrà a verificare
circa 120mila liberi professionisti e 450mila soci di società che non
risultano iscritti ad alcuna gestione previdenziale dell’Istituto. Il
nuovo campione è stato individuato grazie al confronto con le denunce
dei redditi presentate all’agenzia delle Entrate. A dare ufficialità
all’operazione «versione 2010» è la circolare 23 su attività di
accertamento e verifica amministrativa, pubblicata ieri dall’ente di
previdenza.
È il secondo tempo dell’operazione Poseidone, la
stretta che l’Inps ha promosso già nel 2009 e che ha portato
all’istituto oltre 20mila nuovi iscritti (il 45% di quelli che erano
emersi dall’incrocio dei dati forniti dall’Agenzia).
Non è escluso
che questa operazione di accertamento vada a focalizzarsi soprattutto
sulle partite Iva che non hanno versato i contributi dovuti alle casse
professionali di appartenenza. Gli enti previdenziali privati mostrano
i muscoli, rivendicano il principio di unicità della posizione
previdenziale e si dichiarano pronti a dar battaglia. «Il libero
professionista che è iscritto a un albo – ricorda Antonio Pastore,
vicepresidente dell’Adepp, l’associazione degli enti previdenziali
privati – ha l’obbligo di essere assoggettato alla normativa
contributiva dell’ente di previdenza a cui fa riferimento per legge la
sua professione: l’Inarcassa se ingegnere o architetto, la Cassa
forense se avvocato, l’Enpam se medico e così via. Ora, se c’è
necessità di regolarizzare alcune posizioni, ferma restando la
premessa, queste devono essere regolarizzate a cura dell’ente presso il
quale aveva l’obbligo di essere iscritto, non dall’Inps». Detta in
altri termini: «L’Inps – continua Pastore – ha censito “tot” persone
che hanno dichiarato un reddito di lavoro autonomo e non hanno pagato i
contributi. Attenzione, però: è probabile che si crei una
sovrapposizione di azione con l’istituto se, tra i 120mila liberi
professionisti che quest’anno saranno controllati, dovesse risultare
anche uno solo che, in quanto iscritto a un albo, ha l’obbligo di
adempiere solo nei confronti della cassa privata». Le casse private
hanno chiesto al ministero del Lavoro di assumere un ruolo guida e di
organizzare un tavolo con i responsabili dell’Inps (si veda «Il Sole 24
Ore» del 30 gennaio). L’incontro dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni.
Verifiche ma anche affiancamento delle imprese. Per quest’anno l’Inps
prevede di avviare attività di tutoraggio per 2.800 aziende che hanno
denunciato un importo contributivo superiore a 300mila euro. Si tratta
di forme di collaborazione per promuovere atteggiamenti “virtuosi”, in
base a «un controllo preventivo, costante e personalizzato nei
confronti della singola azienda». Saranno incrociate le informazioni
delle banche dati interne: per le aziende è «prevedibile» un controllo
sulle agevolazioni contributive e su particolari tipologie contrattuali
(ad esempio, part-time), nonché sulle prestazioni anticipate dal datore
di lavoro e conguagliate con i contributi dovuti (indennità di
malattia, assegno al nucleo familiare e così via).