L’ippodromo di Agnano rischia la chiusura Sequestrata la società di gestione
NAPOLI (1 dicembre) – Settantacinque anni
di storia rischiano di azzerarsi in un colpo solo. Per l’ippodromo di
Agnano, dove sono state scritte le pagine più belle della leggenda del
trotto, il futuro è quantomai incerto.
Il giudice De Matteis del tribunale di Napoli ha nominato il professore
Francesco Fimmanò, docente di diritto commerciale all’Università di
Campobasso, custode giudiziario delle azioni della società Ippodromi
Agnano che gestisce attualmente l’impianto flegreo.
Il tribunale ha accolto il ricorso presentato dai professori Astolfo e
Alessio Di Amato e dagli avvocati Francesca Paola Rinaldi e Francesco
Scutiero per conto di Raffaele Manzi, liquidatore di Ippodromi &
Città, la holding che ha gestito per lungo tempo gli impianti di Napoli
(galoppo e trotto), Firenze (galoppo e trotto) e Roma Tor di Valle
(trotto).
Nel dicembre del 2008 Ippodromi & Città era stata sciolta e per i
tre impianti erano state create tre diverse società. Ma il liquidatore
della holding aveva ritenuto che Ippodromi & Città «attraverso una
serie di operazioni era stata spoliata dei propri assetti». Il
tribunale ha sequestrato solo le azioni di Agnano.
Per Firenze il giudizio è rinviato al tribunale del capoluogo toscano
(dove ricorrerà il liquidatore) e non sono state sequestrate le azioni
della società di Tor di Valle in quanto Gaetano Papalia, in possesso di
tutte le quote, aveva inviato una lettera al tribunale spiegando di
essere disposto a far confluire di nuovo la sua società in Ippodromi
& Città. Mossa che non è stata imitata dagli altri soci, come si
augurava Papalia.
Oltre al sequestro il tribunale ha anche disposto la trasmissione degli
atti in Procura ravvisando probabilmente delle irregolarità. «Sono
molto soddisfatto – spiega il professore Astolfo Di Amato – perchè le
decisioni del giudice sono conformi alle nostre richieste. Il ricorso
era fondato e inequivocabile».
Ora la palla passa al professore Fimmanò che fu consulente legale per
la curatela nel fallimento del Calcio Napoli. L’auspicio è che non sia
indispensabile fermare una realtà come l’ippodromo di Napoli la cui
attività è fonte di reddito per migliaia di famiglie, dai dipendenti ai
fornitori delle scuderie, dagli artieri agli allenatori.
Tra l’altro nel mese di dicembre Agnano è il fulcro dell’ippica
nazionale con ben diciotto convegni tra trotto e galoppo. Certo è che
la vicenda societaria è molto complessa (Ippodromi & Città avrebbe
chiuso con un patrimonio netto negativo superiore ai 7 milioni di euro)
e fare previsioni è impossibile. A priori non va esclusa nemmeno
l’ipotesi peggiore. Di certo domani le corse non si fermeranno, ma solo
perchè non ci sono i tempi tecnici per la notifica del provvedimento
alle parti coinvolte.
L’unica strada percorribile per evitare ulteriori drammatici risvolti
sarebbe quella di una collaborazione fattiva con il custode giudiziario
da parte di tutti i soci. Un atto di buonsenso in presenza della
trasmissione degli atti in Procura. Ma tra i soci da un anno c’è grande
conflittualità. Il gruppo guidato da Papalia (patron anche della Martos
di basket) in Ippodromi & Città deteneva la maggioranza e poteva
incidere sulla gestione di Agnano. Nella Ippodromi Napoli, Papalia è in
minoranza (la maggioranza fa riferimento a Concetto Mazzarella) e ad
agosto era stato sollevato anche dalla carica di presidente. «Un colpo
di mano illegittimo», aveva tuonato Papalia, annunciando azioni
giudiziarie. L’inizio della guerra che può cancellare Agnano.