Lo rimandano a casa e muore: indagati 5 medici
Facebook compare sorridente in riva al mare, le mani appoggiate sulle
spalle dei due figli, di 8 e 3 anni. Gli sguardi fissi sull’obiettivo
della macchina fotografica dietro la quale si intuisce l’occhio della
moglie e mamma. La famiglia di Dimitri Casavecchia sta vivendo una
vigilia di Natale di tutt’altro sentore rispetto all’idea della festa:
la mattina di venerdì scorso Dimitri non si è svegliato, morto nel
sonno, e quel che è peggio l’ha trovato senza vita il figlio più
grande.
L’aveva chiamato dalla sua cameretta: «Papà, papà».
Non sentendolo, il piccolo si è alzato ed è andato a vedere nella
stanza dei genitori. Deve aver scosso, immaginiamo con la dolcezza dei
bambini, la testa del padre. Immaginiamo l’ansia di un bambino in certi
momenti. E la telefonata alla madre, che era uscita di casa molto
presto per andare a lavorare: «Mamma, papà non si muove più».
Raccontiamo
questa storia di una tristezza che spazza via i sorrisi del Natale
perché Dimitri Casavecchia, 35 anni, il giorno prima era stato in
pronto soccorso al Martini di via Tofane. Il registro dell’ospedale dà
atto della «presa in carico» del paziente alle 12.24, codice bianco per
«un dolore lombo-sacrale». Dimissioni cinque minuti dopo. Il giovane si
era già recato allo stesso pronto soccorso il 14 dicembre e quella
volta era stato visitato più accuratamente e sottoposto ad esami di
carattere neurologico e a una radiografia al torace e all’addome.
Diagnosi finale: «Epigastralgia».
Ieri, in una delle camere
mortuarie del cimitero di Rivoli l’anatomo patologo Valentina Di Biasio
ne ha effettuato l’autopsia: «Dissezione dell’aorta toracica». Anche il
padre di Dimitri era morto allo stesso modo e suppergiù alla stessa età
del figlio. Chissà se Dimitri ne aveva parlato ai medici durante le
visite al Martini, fra il 14 e il 17 dicembre. I cinque sanitari che si
sono occupati di lui, a vario titolo, nei giorni scorsi sono stati
iscritti nel registro degli indagati dal pm Cesare Parodi per il reato
di omicidio colposo.
La famiglia ha sporto denuncia e il suo
legale, l’avvocato Silvio Chiaberto, ha presentato al magistrato una
dettagliata memoria. Prima del referto dell’autopsia di ieri il
fascicolo giudiziario conteneva soltanto il rapporto del 118 e il
registro del pronto soccorso. Atti a conoscenza anche dei legali
nominati dai medici indagati: «Il personale di un’ambulanza attrezzata,
chiamata in viale Radich 18/b, a Grugliasco, ha constatato il decesso
di Casavecchia Dimitri alle 9.10 del mattino del 18…».
Il 14
dicembre, il giovane si era presentato alle 7.55 al Martini.
All’accettazione aveva parlato di «un forte mal di testa e di conati di
vomito». Codice giallo. La dottoressa D. B. (la indichiamo con le
iniziali come i successivi colleghi perché le indagini sono appena
all’inizio) lo visita, dispone una Tac encefalica e chiede una
consulenza neurologica alla specialista R. B. che esclude danni al
sistema nervoso centrale e periferico. Alle 11,15 «prende in carico» il
paziente un altro medico del pronto soccorso: C.A. che riscontra
«Cefalea in regressione e epigastraglia con vomito biliare». Prescrive
una radiografia al torace e all’addome. Gli esiti sono «negativi». Alle
14.03 Dimitri viene dimesso con la diagnosi di «epigastralgia» e
«rinviato al medico curante».
Anche il radiologo intervenuto,
P.F.N., viene iscritto, come da prassi in questi casi, nel registro
degli indagati. Il 17 visita Dimitri soltanto V. C. E’ il quinto medico
a finire sotto inchiesta. Li assistono gli avvocati Cinzia Nardelli,
Roberto Piacentino e Claudio Maria Papotti. Su Facebook, sotto il
profilo lasciato da Dimitri, compare il messaggio di uno dei suoi
amici, Roberto: «Voglio trovare un senso».