lo scandalo dei costi della politica , organizzare una proposta legisletiva
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Consiglieri regionali, deputati, senatori continuano a godere di agevolazioni, diarie, indennità di ogni tipo: il costo delle due Camere dovrebbe essere decurtato nell’attuale momento dell’apocalise economico-finanziaria mondiale. Si attuano svariati tagli in vari settori, mentre i parlamentari introitano stipendi che sono uno sfregio per famiglie in precarie condizioni economiche e per gli inoccupati. I parlamentari, legislatori dei loro stipendi, affamati di privilegi, potere politico, istituzionale svolgono ruoli di prestigio. Contro le loro retribuzioni, c’è il rancore dei pensionati con i loro magri mensili, senza aumenti da anni: sono considerati facenti parte dei non produttivi, privi, pertanto, di meriti, titoli a percepire mensili adeguati al costo della vita. Il Quirinale, nel 2001, costava 255 miliardi: tre volte in più della Casa Bianca. Gli stipendi più esosi tra gli eurodeputati sono quelli italiani. Cosa si aspetta ad eliminare le province, riconosciute in eccesso tra le istituzioni da quasi tutti i partiti politici? Servono per accontentare personaggi non eletti nel parlamento o nella regione, a scapito del cittadino che paga. I rappresentanti liberamente eletti dovrebbero avere maggior rispetto dei quattrini degli elettori, in particolare quando sono a corto di danaro. Attenendosi all’art. 50 della Costituzione, dovrebbe formarsi un comitato promotore a raccogliere le firme, indispensabili per una proposta legislativa atta a decurtare sostanzialmente privilegi e compensi agli eletti, che hanno un costo elevato. | |