Londra manda gli assegni in pensione
MILANO – Il 31 ottobre 2018 nel Regno Unito sarà l’ultimo giorno di validità dell’assegno cartaceo. È quanto deciso mercoledì dal comitato governativo del Payments Council britannico,
secondo il quale il titolo di credito in questione sarebbe ormai
inutilizzato nel Paese. Come spiegato da Paul Smee, amministratore del
comitato, «nel ventunesimo secolo vi sono forme di pagamento più
efficienti rispetto ai titoli cartacei, ed è il momento che l’economia
nel suo complesso goda dei benefici che si avrebbero con la loro
sostituzione». L’annuncio del prossimo pensionamento degli assegni
vuole appunto essere un incoraggiamento e uno stimolo allo sviluppo di
modalità di pagamento alternative più moderne e di più facile utilizzo,
come carte di credito di nuova generazione o pagamenti via cellulare.
DECISIONE FINALE – Il comitato
si premurerà di valutare annualmente le soluzioni che via via saranno
proposte, e la decisione definitiva sarà presa nel 2016. Da qui ad
allora, il Payments Council farà tutto quel che è necessario per
accertare che effettivamente nessuno – né i privati, né le aziende –
abbiano più la necessità di «staccare un assegno». Secondo Smee,
«difficilmente i consumatori risentiranno del cambiamento», dal momento
che la scadenza fissata dal comitato è decisamente lontana e ci sarà
tutto il tempo per adeguarsi ai nuovi sistemi e abituarsi all’assenza
dei vecchi titoli di credito cartacei, che nel Regno Unito hanno fatto
la propria comparsa 350 anni fa.
CRITICHE – Non sono mancate
reazioni negative all’annuncio, che ha creato non poche perplessità
soprattutto tra la popolazione più anziana. «È una decisione così
egoista, presa da persone che evidentemente non hanno presente in che
modo milioni di pensionati sono soliti gestire le proprie finanze», ha
detto Dot Gibson, della National Pensioners Convention, ponendo inoltre
l’accento sull’urgenza dell’identificazione di valide alternative
all’assegno, al fine di evitare che ulteriori preoccupazioni, costi e
incertezza economica vadano a pesare sulle spalle (e sui conti) di
migliaia di anziani nel Paese, ossia sulla fascia di popolazione che
più ancora si affida agli assegni per i propri pagamenti.