Londra, Unione nazionale studenti si ribella alla proposta del governo
L’Unione nazionale degli studenti britannici ha indetto ieri una manifestazione a Londra per protestare contro la proposta del governo di triplicare le tasse, già piuttosto alte, e nel contempo tagliare i finanziamenti destinati alle università. I leader degli studenti hanno detto che 30 mila studenti hanno partecipato alle manifestazioni. La legge britannica prevede che al momento dell’ammissione in un’università, ogni studente riceva un prestito dallo Stato per pagare il vitto, l’alloggio e le tasse universitarie, che sono proporzionate al reddito e arrivano al massimo a tremila sterline. Alla fine del corso di studi gli studenti restituiscono i soldi allo Stato con un sistema chiamato income contingent: in sostanza lo Stato chiede indietro i soldi solo nel momento in cui l’ormai ex-studente gode di un reddito adeguato alla restituzione del prestito, più o meno intorno alla media nazionale. Se la proposta dovesse diventare legge, le tasse universitarie e quindi l’ammontare di questi prestiti aumenterebbe fino a novemila sterline. A un pubblico italiano, la notizia delle proteste potrebbe non dire molto. In Italia le manifestazioni studentesche si ripetono puntuali ogni anno, durante l’autunno spesso addirittura a cadenza settimanale, e coinvolgono anche centinaia di migliaia di persone. La Gran Bretagna invece, sebbene abbia un livello di partecipazione alla politica dei suoi studenti non inferiore alla media europea, ha una storia più disciplinata: sebbene in determinati momenti storici lavoratori e studenti abbiano fatto ampio ricorso alle manifestazioni di piazza, eventi come quelli di oggi sono più rari e quindi anche più significativi. Ci sono stati anche degli scontri tra i manifestanti e la polizia: alcuni cartelli sono stati incendiati e le forze dell’ordine sono state costrette a far evacuare il palazzo che ospita la sede del partito conservatore, a Westminster, e quello che ospita la sede dei liberaldemocratici. I leader delle associazioni studentesche hanno condannato le azioni violente. Intanto alla Camera dei Comuni il vicepremier e leader dei liberaldemocratici, Nick Clegg, ha avuto un acceso scambio di opinioni con Harriet Harman, dirigente del partito laburista. Quest’ultima lo ha accusato di ipocrisia, ricordando che durante la campagna elettorale i liberaldemocratici si erano detti contrari all’aumento delle tasse universitarie. I movimenti studenteschi hanno annunciato il tentativo di ottenere delle elezioni suppletive nei collegi dei parlamentari liberaldemocratici che hanno tradito la promessa fatta in campagna elettorale. Nonostante l’aumento delle tasse sugli studenti, denunciano i sindacati, le università non avranno più fondi, a causa dei tagli al finanziamento pubblico: e lamentano quindi il brutale trasferimento del costo dell’istruzione universitaria dalle casse dello Stato agli studenti.