Malaburocrazia: cittadina vuole pagare, ma i vari uffici la rigettano!
emessa da Equitalia. La cittadina, aveva pensato che dopo dieci anni di tempo la cartella
sarebbe caduta in prescrizione, dunque l’ha comunicato all’ Equitalia. Ecco la tempestiva risposta: “la pretesa
economica va rivolta alla sede genovese dell’Inps”. La cittadina si è dunque rivolta all’Inps, ma l’ente di previdenza l’ha rimandata al mittente, la donna è tornata all’Equitalia. La donna è stata spedita e rispedita al mittente più volte, eppure voleva solo saldare i conti!
«Non è possibile che in questo Paese c’è una burocrazia così mal funzionante, non capace di garantire un servizio al cittadino. Poi ci si lamenta che sono i cittadini a non fidarsi più delle strutture pubbliche, ma non è la prima volta che i cittadini vengono continuamente rigettati al mittente e in svariati uffici della città senza concludere niente, perdendo solo il loro tempo, con il rischio che non riescano nemmeno a gestire una pratica nei termini stabiliti!
» ha commentato
l’avvocato Angelo Pisani, Presidente Nazionale di Noi Consumatori.it.
chi controlla gli abusi? Il caso della signora,usata come una pallina di ping pong,è uno dei tanti esempi di cattiva gestione del danaro pubblico e del mancato controllo sulle responsabilità personali di funzionari,che non fanno e non vogliono fare il loro dovere. Gli aspetti più gravi delle vicende sono quelli che comportano la maturazione strisciante di interessi fino alla mora e all’applicazione di quelli composti.In buona sostanza Equitalia con questo sitema,ha dato vita al regime della silenziosa estorsione,non ancora finita sul tavolo di qualche Procuratore attento alla problematica.L’INPS ed Equitalia sono le due società che detengono tutto il pacchetto del 100% delle azioni sull’affare contributi-fisco,quindi entrambe,nascondendosi dietro l’incompetenza,non vigilata,fanno correre i termini per aggredire poi il povero contribuente nel momento in cui questi è dissanguato.Chi controlla la correttezza delle procedure? nessuno. Il cittadino esposto,anche se avverte la violenza e l’abuso ,per piccole somme,pur non dovute,cede alla paura dell’esecuzione e quindi ricorre al prestito e paga;il cittadino invece colpito da grandi cifre, se ha possibilità, ricorre alla commissione tributaria e rinvia il problema nel tempo oppure,se è stanco ed esausto,abbandona la lotta e rinuncia al patrimonio,con le conseguenze psicologiche che hanno tristemente segnato questo momento storico del nostro paese.Invece l’Ente impositore è obbligato a seguire il procedimento e a garantire il cittadino durante la fase esecutiva,in quanto le ormai numerose leggi sulla trasparenza e sui procedimenti hanno individuato il responsabile incaricato a ciò.A mio avviso vi è una corresponsabilità stretta e coinvolgente di tutte le istituzioni deputate ai controlli.compresa la Corte dei Conti che assistono passivamente a quanto accade senza intervenire.Non è necessario che il cittadino si rivolga secondo rito a queste Autorità,i fatti riportati dalla stampa e dal mondo Web,sono una denuncia pubblica .Chi sa intervenga e senza sconti di difesa.