MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA – MARITO CONDANNATO ANCHE SE TRASCORSI MOLTI ANNI
Mogli: anche se avete sopportato in silenzio per tanti anni maltrattamenti, soprusi e violenze dal coniuge senza denunciare nulla, sappiate che un recente provvedimento della Cassazione oggi arriva a darvi giustizia. La Suprema Corte ha stabilito infatti che non vi può essere nessuna assoluzione per l’uomo che nei tanti anni di matrimonio maltratta la propria
moglie, anche se lei ha taciuto e sopportato per amore dell’unione
familiare. Così come irrilevante – sottolineano gli Ermellini – è anche la sporadicità delle condotte
del marito: ciò che conta è la valutazione del complessivo atteggiamento
dell’uomo.
Con la sentenza del 27 novembre 2015, n. 47209 (Quarta Sezione Penale, Presidente Milo – Relatore Petruzzelis) la Corte ha esaminato una sentenza emessa dalla Corte d’Appello de L’Aquila, che con sentenza del marzo 2014, accogliendo l’appello proposto dal pm, e riformando parzialmente l’assoluzione emessa dal Tribunale di Pescara, ha affermato la responsabilità penale dell’ex marito, condannandolo al risarcimento del danno in favore della parte civile.
Per la condanna ai fini del reato di maltrattamenti, sottolinea la
Corte, rileva l’atteggiamento di complessiva svalutazione della moglie, tenuto
dall’uomo durante tutto il corso della vita coniugale. In quest’ottica vanno
riconsiderati anche gli episodi verificatisi dopo la comunicazione, da parte
della donna, di procedere alla separazione.
La condotta del marito viene pertanto qualificata «in termini di
abitualità», essendo evidente nei confronti della donna «la volontà di
sopraffazione, tipica dei maltrattamenti», volontà concretizzatasi nel corso
degli anni e successivamente acuitasi, con maggiore aggressività, proprio nel
momento della decisione della donna di separarsi.