Maltrattamento di animali – Dietro le sbarre ci vadano loro!
Circola da qualche settimana con sempre maggiore insistenza sui social network la notizia-bufala secondo cui sarebbe stata varata la tanto attesa, nuova legge per inasprire le pene a carico di chi maltratta gli animali. Si tratta appunto di una notizia infondata, che comunque diffonde sul web, anche se in maniera sbagliata, la volontà dei tanti che chiedono da tempo inasprimenti delle pene per chi commette simili reati.
Prima di ogni cosa va detto che il modo corretto per far sì che questa intenzione possa diventare un giorno legge è quello di aderire ad una delle petizioni ufficiali, ad esempio questa:
Aderisci alla petizione per l’inasprimento delle pene dei reati commessi a danno degli animali. Vogliamo pene più severe per chi maltratta, tortura o uccide gli animali. La Legge 189/04 dev’essere modificata, affinché anche un solo aguzzino, non riesca a farla franca. Per i reati commessi con dolo, non può e non deve esserci la “sospensione della pena”, come anche le “attenuanti generiche”. Chi uccide un animale solo per il sadico gusto di farlo, deve andare in carcere! Firma la petizione, aiutaci a vincere questa battaglia!
https://firmiamo.it/ilcarcereperchimaltratta
Ma cosa prevede ora effettivamente la legislazione in materia? Tutti gli aggiornamenti li fornisce il sito della Polizia di Stato.
Il reato di “maltrattamento di animali” è previsto dall’articolo 544-ter del codice penale, con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La legge n°189 del 20 luglio 2004 contiene poi le disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli animali in combattimenti clandestini o in competizioni non autorizzate.
Cosa fare quando si intende segnalare un caso di maltrattamento? «Chiunque, che sia privato cittadino o un’associazione – spiega la Polizia di Stato – può rivolgersi ad un qualsiasi organo di Polizia Giudiziaria (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Vigili Urbani, etc…) segnalando uno dei casi di illeciti previsti dalla nuova legge e richiedendo un intervento per accertare il reato ed impedire che questi venga portato ad ulteriori conseguenze. Inoltre, presso molti comuni italiani, è istituito lo Sportello per i diritti degli animali aperto al pubblico per informazioni e segnalazioni».
C’è poi l’efficientissima LAV , la Lega Antivivisezione, che risponde al numero telefonico 06 4461325, dove verranno fornite risposte e sostegno alle segnalazioni di maltrattamenti. Gli aggiornamenti sulle iniziative in corso saranno disponibili sul sito www.infolav.org, gli aggiornamenti normativi sul sito www.reteambiente.it.
LA PIAGA DEL RANDAGISMO è poi particolarmente sentita nei mesi estivi come quelli attuali. Il paradosso è abbandonare un cane per poi lamentarsi dei cani randagi. Molto più spesso di quanto si immagini il cane, il gatto o addirittura il furetto, viene abbandonato sulle strade fuori città oppure davanti ad un canile ma anche in piena autostrada.
Ogni estate in Italia vengono abbandonati circa 100mila cani e 50mila gatti. Siamo noi che causiamo il randagismo, non i cani e i gatti. E’ la mancanza di coscienza civile e di senso di responsabilità che porta a lasciare il proprio cane o gatto per strada perché non lo si vuole più in casa.
Ma si sappia bene che l’abbandono è un reato punito dal Codice penale (art. 1 comma 3 Legge 189/2004) : “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro”.
Si dovrebbe riflettere a lungo prima di decidere se avere o no un animale nella propria casa: sarà una convivenza di parecchi anni, che cambierà radicalmente alcune abitudini della nostra vita e della nostra famiglia. Rendersi conto di non poter accudire il cane potrebbe costringere alla scelta dolorosa di doversene separare. In questo caso non si dovrebbe arrivare a sbarazzarsene attraverso sistemi incivili: esistono delle strutture (canili e rifugi) che, seppure tra mille difficoltà, ospitano il cane per poi renderlo adottabile.
Quasi sempre a causare problemi agli animali sono proprio gli esseri umani: maltrattamenti, abbandoni, combattimenti, e tutti quegli atti che possono avere come conseguenza la sofferenza o la morte di animali. Ma, senza arrivare a situazioni estreme come quelle descritte, in varie occasioni a noi più consuete, si può rischiare di incrementare, senza volerlo, lo stato critico in cui versano quasi 150.000 tra cani e gatti ospiti dei canili italiani. Solo nel periodo tra il 21 giugno e il 31 agosto 2008 sono stati abbandonati in Italia, su strade e autostrade, 14.000 cani.
«noiconsumatori.it condanna duramente la piaga dell’abbandono dei cani e ancor più quella dei maltrattamenti!», tuona il presidente Angelo Pisani, che avverte: «Presso le nostre sedi in tutta Italia è possibile trovare assistenza per segnalare i responsabili di questi veri e propri crimini e far sì che nei loro confronti vengano applicate pesanti sanzioni senza sconto alcuno».