Maradona-Pisani contro Fisco, udienza giovedì 3 novembre
E’ fissata per giovedì 3 novembre la nuova udienza per la trattazione nel merito dell’ esistenza e prescrizione del titolo/cartella che vede come vittima/protagonista Diego Maradona difeso dall’avvocato partenopeo Angelo Pisani. Il legale, noto per le sue battaglie contro le “cartelle pazze” ed i metodi medievali di riscossione perpetrati da Equitalia a danno dei contribuenti, ha preparato il maxi-ricorso per dimostrare la carenza e comunque l’estinzione delle responsabilità di Maradona dai debiti, orami saliti a circa 38 milioni, nei confronti del fisco italiano. L’esborso di denaro richiesto, per spese ed interessi imprecisati, continua ad aumentare in modo sconsiderato di 3mila euro al giorno a fronte di una indebita cartella iniziale di 8 milioni di euro e mai notificata all’ex capitano del Napoli, ed è dunque illegittima.
“Se Maradona nel 1988 avesse ricevuto la regolare notifica della originaria cartella esattoriale avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa e dimostrare che la pretesa del fisco non era legittima – ha affermato l’avvocato Angelo Pisani -. Oggi, nonostante le varie violazioni nella procedura di riscossione e la prescrizione già maturata nel 1999, ovvero prima della notifica degli ulteriori avvisi di mora, Equitalia pretende dal “Pibe” oltre 38 milioni di euro senza specificare il perché di tale somma. Di questi però soltanto poco più di 13 milioni sono di tasse risalenti agli anni ‘88, ‘89, ’90, mentre il resto, circa 26 milioni di euro, sono l’assurda conseguenza di generici ed incontrollati interessi, sanzioni e spese sempre crescenti dagli anni 1988/89”.
“La nostra linea difensiva – ha spiegato Pisani – è che tale cartella non sia mai stata notificata regolarmente e che dall’unica prova documentale presentata dall’ex Gestline, cioè un avviso di mora risalente a luglio 2000, risulta indiscutibile che non solo dagli anni 88 / 89 / 90 fino al 2000 non è stato mai notificato all’ex giocatore alcun accertamento fiscale o cartella con estinzione di ogni credito per maturata prescrizione decennale, ma che lo stesso unico avviso di mora è stato notificato solo in data 19 giugno del 2000 prima ad un custode del centro Paradiso e poi in maniera irrituale alla casa comunale, in completa violazione dell’art.140 c.p.c., e quindi mai a Maradona in persona che in tale data era a Siviglia. E’ chiaro che l’ex capitano azzurro non poteva mai essere a conoscenza dell’ ingiustificata quanto assurda richiesta del fisco italiano e non poteva di conseguenza esercitare alcun diritto di difesa con consequenziale nullità ed inammissibilità di qualsivoglia addebito e condanna a suo carico”.