Mare inquinato? A Forcella si organizza una piscina ambulante con tanto di gazebo stile mangia&bevi!
Il sole torrido e il caldo asfissiante
rendono l’aria irrespirabile per chi resta in città. E allora quando il
mare è negato, per placare l’arsura, non c’è niente di meglio che un
bel tuffo in piscina.
Poi, seduti all’ombra di un gazebo, mangiare bruschette e una grigliata
di carne o di pesce. Lecito se si è su un bel terrazzo o in un
giardino. Un po’ meno se il lido improvvisato si trova nel cuore di
Forcella. Sulla strada pubblica, davanti all’ospedale Ascalesi, a pochi
passi da quello dell’Annunziata, a ridosso di due fontane storiche
napoletane, quella della «Scapigliata» e quella del «Capone».
L’idea di trasformare il largo Malo Passo in un «lido» è venuta ad una
signora che abita al primo piano del civico 40 in via Egiziaca a
Forcella. Senza pensarci su troppo ha recintato l’area che separa il
palazzo dove abita dalla fontana della Scapigliata, con canne di bambù,
nascondendole con un grosso telone scuro. E dietro il paravento ha
realizzato un piccolo prato all’inglese su cui ha poggiato una piscina
fuori terra, di tre metri per quattro.
Poco distante ha poi montato anche un piccolo gazebo bianco arredandolo
con tavolo e cinque sedie, mentre in un angolo del «lido Forcella» ha
piazzato persino un barbecue con il carrello. «Che c’è di male? Il mare
è inquinato e non ci posso portare i bambini, così li faccio divertire
qui, sotto casa» ha risposto la donna ieri pomeriggio quando sono
arrivati gli agenti di polizia municipale dell’unità operativa San
Lorenzo, coordinati dal tenente Umberto Chinetti. Dopo aver smantellato
ad horas la struttura, i vigili hanno poi denunciato la donna per
occupazione di suolo pubblico.
«Questo nuovo episodio evidenzia l’incuria che circonda i nostri
monumenti e i luoghi dell’arte – dice Antonio Pariante, presidente del
Comitato Portosalvo -. Il vero problema però – conclude Pariante – è
che Napoli pur essendo nella lista Unesco dal 1995 non ha scuole che
partecipano ai programmi per l’educazione alla tutela e alla
conservazione del patrimonio. E questi sono i risultati».
PISCINA ALL’APERTO CON FONTANA DEL CINQUECENTO NAPOLETANO La clamorosa trovata della piscina all’aperto con annessi servizi ad uso privato su suolo pubblico “attrezzata” in via Egiziaca a Forcella, dietro la celebre Fontana cinquecentesca della Scapigliata, è solo uno dei tanti casi di occupazione abusiva e di oltraggio a monumenti, ampiamente praticati a Napoli, impunemente tollerati da chi, ad ogni livello, dovrebbe esercitare controlli ed irrogare sanzioni utili ad evitare il ripetersi di simili, vergognose illegalità. A ben poco servono l’azione di sensibilizzazione delle scuole e l’impegno civile di insegnanti e genitori nei progetti di educazione alla tutela dei beni culturali ( e ve ne sono ! ) se poi è consentito alla parte marcia della città di continuare ad esasperarne il degrado, di misconoscere i meriti dei suoi figli migliori e di speculare persino sui progetti di recupero e di restauro dei monumenti. Piuttosto che inveire contro quelli che, come Roberto De Simone, hanno l’onestà e il coraggio di mettere il dito sulla piaga, è il caso di recuperare una reale cittadinanza attiva, senza nascondersi dietro alibi di comodo e vittimismi di maniera. Corsi e programmi per l’educazione alla tutela dei beni e delle risorse culturali servono ben poco se non sono supportati da adeguate politiche territoriali di intervento (manutenzione, strutture, servizi, ecc.) a bneficio della cittadinanza e da una corale educazione "attraverso" la legalità, da praticare in tutte le sedi e in tutte le circostanze. Antonio Pisanti