Maturità: ritornano i voti resi pubblici a scuola
L’anno scorso il punteggio della maturità non veniva esposto
pubblicamente. Per tutelare la privacy, a fianco del nome dello
studente compariva solamente la scritta “esito positivo” o “esito
negativo”. Poi, per il verdetto, ci si doveva recare in segreteria.
Quest’anno, la riforma del ministro dell’Istruzione Mariastella
Gelmini reintroduce i voti in tabellone. Per il ministro si tratta di
“un ritorno alla scuola della chiarezza e del rigore”.
La
nuova norma è introdotta dall’ordinanza ministeriale numero 40. Questa
stabilisce che, dal sessanta fino al cento e lode, tutti i voti saranno
resi pubblici e affissi negli atri delle scuole. Mentre per chi non ha
superato l’esame, sarà indicato solamente “esito negativo”.
I voti non pubblici furono introdotti lo scorso anno dall’ex
ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni per tutelare soprattutto gli
studenti portatori di handicap che non ricevevano un diploma ma un
attestato di competenza, senza punteggio ed erano così riconoscibili
sul tabellone.
Quest’anno, invece, il ministro Gelmini la pensa diversamente. Per i
quasi 500mila maturandi “finisce l’epoca di un certo pedagogismo
buonista che vuole tutelare a tutti i costi il ragazzo laddove ce n’è
bisogno, viso che è maggiorenne e perfettamente in grado di assumersi
la responsabilità del proprio rendimento” dichiara Gelmini.
Del resto, lo stesso Garante della privacy, Francesco Pizzetti,
precisa che nessuna norma di protezione dei dati impedisce la
pubblicazione dei voti. Anzi, dichiara Guzzetti al Corriere:
“Personalmente ho sempre ritenuto opportuno rendere pubblico il
punteggio finale. E questo ai fini della trasparenza dell’operato dei
docenti, del controllo sull’esame da parte dell’opinione pubblica, di
un incentivo per i ragazzi e di un riconoscimento degli sforzi da loro
fatti. Siamo contenti, conclude, che il ministero dell’Istruzione sia
tornato ad adottare certe misure”.