Mediazione, la parola passa ora alla Consulta
Sarà la Corte Costituzionale a decidere sulla legittimità del regolamento sulla media-conciliazione.
A stabilirlo ieri la prima sezione del Tar del Lazio che ha sollevato questioni di legittimità relativamente ad alcune parti del regolamento emanato dal Ministero della Giustizia e soprattutto per quanto riguarda l’obbligo della nuova procedura.
Il regolamento introduce infatti la mediazione e la conciliazione obbligatoria – in vigore dal 20 marzo scorso – nelle controversie civili e commerciali, con la sola eccezione delle controversie condominiali e quelle relative a danni dalla circolazione di veicoli (materie per le quali l’obbligo scatterebbe da fine marzo 2013, come previsto dal legislatore). A ricorrere alla giustizia amministrativa erano state nei mesi scorsi numerose istituzioni forensi e anche alcuni singoli consigli dell’Ordine.
Apprezzamento per la pronunzia del Tar viene espressa ora dall’avvocatura attraverso Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura (in sigla Oua): “Siamo soddisfatti di questa decisione: è in gioco la natura stessa della nostra giustizia civile pubblica”. De Tilla aggiunge che, dopo il pronunciamento del Tar, “la manifestazione di protesta a Roma di domani e lo sciopero di domani e dopodomani sono ancora più attuali e necessarie. Il Guardasigilli Angelino Alfano deve aprire a questo punto il confronto con gli avvocati”. In particolare l’Oua chiede a via Arenula di sospendere l’obbligatorietà della mediaconciliazione “che viola – come si legge in una nota – gli articoli 24 e 77 della Costituzione – recependo le indicazioni dell’avvocatura, che su questa questione è compatta, come dimostrano le 140 adesioni di Ordini degli avvocati di tutta Italia e delle maggioranza delle associazioni forensi all’astensione dalle udienze e alla manifestazione di Roma di domani”.
La decisione di sottoporre la questione alla Consulta, secondo Franco Tortorano, presidente dell’Unione degli Ordini forensi della Campania, “conferma la fondatezza di quanto evidenzato dall’Unione da oltre un anno: il Governo, varando il decreto sulla mediazione, in netta violazione con la legge delega che non ne prevedeva l’obbligatoretà, ha violato il dettato costituzionale e ha messo in discussione la supremazia e le prerogative del Parlamento, valori più volte invocati anche in recenti vicende istituzionali”.
Per ora la situazione è confusa: l’ordinanza del Tar del Lazio sarà esibita in tutti i processi che interessano la conciliazione obbligatoria con disagi e possibili paralisi della giustizia.