Medici in rivolta negli ospedali
La sanità è al collasso, e negli
ospedali esplode la rivolta dei camici bianchi, pronti allo sciopero:
oggi assemblee sindacali da Nord a Sud e possibili disagi per i
pazienti. Una protesta che parte dai medici ed investe i reparti
ospedalieri di tutta Italia contro i tagli dei posti letto e degli
organici, contro il blocco del turn over e per il rinnovo del
contratto, scaduto da tempo.
La situazione è insostenibile, i
medici sono sul piede di guerra. Lavertenza, che dilagherà nelle
prossime settimane, nasce dalle maggiori sigle sindacali di medici e
dirigenti, tra cui Cgil, Anaao, Cimo e Aaroi, e prende oggi il via con
assemblee negli ospedali per portare alla ribalta i disagi dei medici,
non senza possibili ripercussioni sulle attività nei reparti e negli
ambulatori. «Nelle assemblee, che potrebbero portare disagi ai pazienti
– sottolinea Massimo Cozza, segretario nazionale FpCgil – denunceremo
le difficoltà provocate dai tagli negli ospedali: la spesa della sanità
pubblica è già ben al di sotto della media dei paesi industrializzati
pur rimanendo su ottimi livelli. Garantiamo infatti 36 milioni di
prestazioni l’anno».
E allora, per rivendicare i diritti del
servizio sanitario pubblico, si riuniranno in assemblea medici,
psicologi e biologi, raggiungendo poi i cittadini con manifestazioni e
volantinaggi, dal Policlinico di Milano al San Camillo di Roma, dal
Policlinico di Palermo al Cardarelli di Napoli, dal San Martino di
Genova al Policlinico di Bari. «Domani saremo ricevuti dal ministro
Fazio e le prossime manifestazioni – annuncia Cozza – saranno a Napoli
il 4 febbraio, a Milano il 16 ed a Roma il 9 marzo per poi arrivare,
senza risposte concrete dal governo, allo sciopero entro marzo».