Meno soldi per le famiglie italiane
Meno soldi nei portafogli delle famiglie italiane,
che stringono sempre più la cinghia, riducono i consumi e, nonostante
le minori disponibilità finanziarie, aumentano ugualmente i risparmi,
spaventati dall’incertezza del futuro. E’ la fotografia scattata dall‘Istat per
il periodo che va da ottobre 2008 a settembre 2009. Ma la crisi non ha
risparmiato neppure le imprese che hanno visto calare del 2% i loro
profitti.
Gli
effetti della crisi insomma si stanno facendo sentire in maniera sempre
più evidente e gli italiani stanno reagendo duramente riducendo consumi
e investimenti più di quanto, effettivamente, consenta il loro il
reddito disponibile.
Dai dati Istat, infatti, è emerso che nei
quattro trimestri esaminati il reddito nominale è calato dell’1%, il
reddito reale (ossia il potere d’acquisto) invece dell’1,6%. Ma, nei
bilanci delle famiglie, i consumi e gli investimenti risultano, su base
tendenziale, diminuiti di più rispetto al reddito: -1,5% i consumi e
-0,8% gli investimenti.
Su base congiunturale la spesa si è ridotta dello 0,6% e gli investimenti del 2,9%.
Aumentano i risparmi
Gli
italiani, in tempi di difficoltà, hanno confermato di essere più un
popolo di formiche che di cicale. La paura del futuro, infatti, ha
portato le famiglie ad aumentare i risparmi dello 0,2% rispetto al
trimestre precedente e dello 0,4% rispetto all’anno prima.
I
tecnici dell’Istat hanno rilevato l’incremento (+0,4%) della
propensione delle famiglie al risparmio (che ha portato al 15,4% la
quota di risparmio sul reddito) “è significativo” nel contesto di un
comportamento generale da parte degli italiani, comunque, piuttosto
coerente, con una tendenza al risparmio ben più superiore che negli
altri paesi europei. Di fatto, fanno notare, dall’inizio del 2008 (al
14,5%) “la crisi ha cominciato a farsi sentire, riflettendosi nel
risparmio di quote via via superiori di reddito: i consumi, alla fine,
si contraggono più del reddito, innescando un circolo vizioso”. Anche
il tasso d’investimento delle famiglie è diminuito dello 0,3%
congiunturale e dello 0,8% su anno.
In diminuzione anche la quota di profitto delle società
La
crisi non colpisce solo le famiglie, ma anche le imprese. La quota di
profitto delle società non finanziarie si è attestata nel terzo
trimestre del 2009 al 40,9%, con una riduzione di 0,3 punti percentuali
rispetto al trimestre precedente e del 2% rispetto al terzo trimestre
dell’anno precedente. Lo sottolinea l’Istat aggiungendo che il tasso di
investimento delle società non finanziarie è stato pari al 22,3%, oltre
3 punti percentuali in meno rispetto al corrispondente trimestre del
2008. Rispetto al secondo trimestre del 2009 il tasso di investimento
si è ridotto di 0,9 punti percentuali risentendo di una caduta del 4,9%
degli investimenti fissi lordi in valori correnti ben più marcata della
contrazione registrata dal valore aggiunto.
Sindacati e associazioni dei consumatori all’attacco
All’attacco
i sindacati. Secondo la Cgil il dato è una conferma delle difficoltà e
delle paure verso il futuro delle famiglie italiane. Per la Uil “i dati
comunicati dall’Istat sul calo del potere d’acquisto delle famiglie
confermano l’urgenza di intervenire sul nostro sistema fiscale
riducendo le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati”.
Preoccupate
le associazioni dei consumatori.