Milano, scandalo derivati al Comune Chiesto rinvio a giudizio per Bassolino jr
Con l’accusa di truffa aggravata, il
procuratore aggiunto Alfredo Robledo ha chiesto il rinvio a giudizio di
13 persone e di quattro banche coinvolte nell’inchiesta su presunte
irregolarità nell’emissione di un bond da 1 miliardo e 685 milioni di
euro sottoscritto dal Comune di Milano dal 2005 al 2007. Si tratta di
11 funzionari di banca e di due ex manager di Palazzo Marino. Le banche
sono Deutsche Bank, Ubs, JP Morgan e Depfa Bank. Secondo l’accusa,
dall’emissione dei derivati gli indagati avrebbero fatto guadagnare
illecitamente alle banche circa 100 milioni ai danni del Comune. I
funzionari delle quattro banche coinvolte nell’inchiesta, assieme a
Giorgio Porta, ex direttore generale del Comune di Milano e a Mauro
Mauri, esperto incaricato della ristrutturazione del debito comunale,
avrebbero truffato «dolosamente» l’amministrazione comunale.
Le banche infatti, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio,
«erano state selezionate» dal Comune di Milano per «un’emissione
obbligazionaria in vista della ristrutturazione del debito».
Tra gli imputati compaiono anche i nomi di Gaetano Bassolino, figlio
del governatore della Campania, e di Simone Rondelli ex funzionario di
JP Morgan, indagato anche in una seconda inchiesta avviata dal pm Luigi
Orsi sull’alterazione delle quotazioni della Saras, l’azienda per la
raffinazione della famiglia Moratti.
Gli imputati sono accusati, tra l’altro, di aver certificato
«falsamente» la «sussistenza delle condizioni di convenienza economica
per l’Ente territoriale», allo scopo di arrivare all’emissione
obbligazionaria, invece di suggerire la «rinegoziazione dei mutui»
stipulati dal Comune. E facendo così, secondo l’accusa, hanno causato
una «passività» per l’amministrazione: il Comune infatti, secondo il pm
Robledo, si ritrovò in mano uno strumento finanziario del valore
negativo di 300 milioni di euro.