Mini-stretta per le pensioni; aumenta l’età pensionabile per le donne
Arriva una mini-stretta per le pensioni,
che partirà dal primo gennaio 2015, e comporterà al massimo tre mesi di
aumento dell’età pensionabile. È quanto prevede un emendamento
presentato dal governo al decreto legge anti-crisi, che adegua i
requisiti di età anagrafica per l’accesso delle pensioni all’incremento
della speranza di vita calcolato dall’Istat.
Dal prossimo anno inoltre le donne nel pubblico impiego andranno in pensione a 61 anni,
mentre nel 2018 a 65 anni, così che si raggiungerà l’equiparazione con
gli uomini. È l’effetto dell’emendamento che il governo si appresta a
presentare al decreto anticrisi nelle prossime ore, come ha confermato
il ministro del Lavoro. L’aumento dell’età pensionabile avverrà
gradualmente in dieci anni: uno ogni due.
«A decorrere dal primo gennaio 2015 i requisiti di età anagrafica
per l’accesso al sistema pensionistico italiano – si legge nel comma
due dell’emendamento del governo al decreto legge anticrisi in merito
alla previdenza – sono adeguati all’incremento della speranza di vita
dall’Istituto nazionale di statistica e validato dall’Eurostat con
riferimento al quinquennio precedente. Con regolamento da emanare entro
il 31 dicembre 2014» su proposta «ministro del Lavoro della salute e
delle politiche sociali di concerto con il ministro dell’Economia è
emanata la normativa tecnica di attuazione. In sede di prima attuazione
– spiega l’emendamento – l’incremento dell’età pensionabile riferito al
primo quinquennio antecedente non può comunque superare i tre mesi».
Dal 2015 l’età pensionabile potrebbe essere legata all’aspettativa di vita.
«Stiamo valutando una forma di stabilizzazione del sistema
previdenziale in relazione all’incremento dell’aspettativa di vita», ha
detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, precisando che si
tratterà di una «sorta di piccola finestra mobile, sostanzialmente
impercettibile per le persone».
La «finestra mobile» sarebbe rivista di poche mensilità ogni cinque anni,
che diventerebbero pochi giorni l’anno, ha spiegato il ministro del
Lavoro. Sacconi ha spiegato che con tale meccanismo la sostenibilità
risulterebbe «la migliore o tra le migliori di Europa». Secondo il
ministro, infatti, appare urgente per rendere più robusta la
credibilità del nostro Paese sui mercati. I meccanismi a carattere
volontario, invece, non sono apprezzati né dall’Unione Europea né dalla
Ragioneria. A giudizio di Sacconi, allo stesso tempo, «forti
penalizzazioni non sarebbero accettabili. Guardiamo con attenzione alla
sostenibilità di aggiustamenti che non sono tali da modificare le
condizioni e le aspettative rispetto a prestazioni previdenziali che
spesso hanno carattere di protezione sociale».
«È inammissibile che il governo presenti un emendamento al
decreto anticrisi per l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne
del pubblico impiego. Occorre invece aprire una discussione in
Parlamento e continuare il confronto con le parti sociali. Nessun colpo
di mano è accettabile su un tema delicato come quello delle pensioni
che va affrontato in una logica di riforma complessiva e condivisa». Lo
dice Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.
«Il governo Berlusconi prosegue nella sua linea di far pagare la crisi ai lavoratori
e nello specifico alle lavoratrici». Lo dice il segretario del Prc
Paolo Ferrero. «La proposta di aumentare l’età pensionistica per le
donne, comporta, oltre al danno, la beffa. Il danno perché sulle spalle
delle donne pesa già un enorme lavoro domestico che si somma al lavoro
salariato. La beffa perché tutto questo viene fatto in nome
dell’eguaglianza, come se fare l’eguaglianza tra diseguali non fosse la
peggiore ingiustizia che si può commettere. Invitiamo le donne e le
organizzazioni sindacali a mobilitarsi contro questa ulteriore
porcheria escogitata dal ministro all’Economia e dal Governo».
E’ atroce Ho parlato con tante donne e ne esce che è atroce pensare di dover "tirare" fino alla propria autodistruzione come mamme, come figlie di genitori anziani e non autosufficienti, come nonne, come schiave di una società che "vede" le donne o come veline da sbattere, o come forti imprenditrici con i soldi, o come politici rampanti al femminile, o come vecchie rugose senza alcun valore. E’ un commento che nessuno prenderà in considerazione perchè la cittadina comune non ha alcuna voce in capitolo. Tuttavia ci si sfoga un po’, tanto decidono, a prescindere, i governi e i partiti, punto e basta! La parità si farà pure con i soldi, ma per chi è normale essa si fa con il sostegno alla fatica… ancora una volta decideranno le economie, non le vite reali di chi nel quotidiano esistere ce la mette tutta per tutti…
età pensionabile,non è giusto…. è atrocissimo quello che sta facendo il governo sull’età pensionabile in una società che penalizza sempre più le donne e in una società dove non esistono strutture di aiuto alla donna lavoratrice,ho 35 anni di servizio nella scuola e 57 anni e dopo tanti sacrifici dovrò ancora lavorarare tanto . Non è giusto.
età pensionabile donne Ritengo un vero sopruso prolungare l’accesso alla pensione per le donne e portarlo a 65 anni. Le donne, di fatto non vanno mai realmente in pensione, dopo una vita trascorsa ad allevare i figli e prendersi cura della casa oltre al carico di lavoro occupazionale, si ritrovano nell’età matura a doversi curare dei genitori anziani…A beh, dimenticavo ..oggi esistono le badanti che per una modesta somma, di circa 1000 euro al mese possono sostituirci in questa incombenza… Che sbadata!!!!