Moglie tradita diventa detective e scopre dove vanno i mariti di notte…
Luciana, 35 anni, moglie-detective alla scoperta della Treviso by night, quella trasgressiva, sexy e non sempre legale
Un’inchiesta
durata sei mesi, accurata, incentrata su due tipi di locali: i club o i
circoli privati, dove si riesce anche ad avere rapporti sessuali
pagando tariffe che oscillano dagli ottanta ai cento euro, e i lap
dance, moda che non accenna ad attenuarsi.
L’indagine,
assieme a un amico e alle spalle dell’ignaro marito, Luciana l’ha messa
per iscritto. Quattro cartelle fitte e ricche di dati, dalle tariffe
dei locali alla qualità dell’ambiente, e legate da un solo filo
conduttore: la rabbia verso un marito che troppe volte alla settimana
si concede qualche piccolo svago. Insomma, la Treviso di “Signore e
Signori” che si ripropone. «Stanca di aspettare e fingere di credere
alla bugie del marito che una o più volte alla settimana torna tardi e
un po’ euforico, ho deciso di indagare sulla vita notturna», attacca.
E
poi l’accusa: «Penso sia interessante per tutte le donne, e anche per
gli uomini, conoscere cose che tanti, ma non tutti, sanno». Da questa
premessa parte l’inchiesta che porta a due conclusioni: le occasioni e
i posti per uno svago non mancano, le ragazze arrivano dai paesi
dell’est Europa o dell’Africa, e, soprattutto, a costi decisamente
contenuti. Almeno per una sola sera.
«La cosa che più ci ha
colpito in questa nostra inchiesta è la condizione delle ragazze e il
fatto che questi locali guadagnano soldi senza pagare tasse, protetti e
camuffati come circoli culturali, usando e sfruttando queste ragazze
con speranze e prospettive false».
Luciana traccia anche uno
sconfortante identikit di queste lavoratrici tutte particolari:
«Pochissime sono assunte o in regola, di solito sono socie del club o
lavorano in nero, guadagnano dai 60 agli 80 euro a notte, devono fare
un minimo di drink (ovvero farsi offrire da bere dai clienti che pagano
circa 10 euro a consumazione ndr) altrimenti viene detratto una parte
dello stipendio. Più o meno arrivano a 2.000 euro al mese se sono belle
e ci sanno fare senza prostituirsi. Se si prostituiscono il discorso
cambia e dipende dai nostri uomini, da quanto offrono e quanto è brava
una ragazza a chiedere o a fare».
E dove vivono?
L’intraprendente moglie ha scoperto anche questo: «Solitamente le fanno
vivere in appartamenti, in 5 o 6 assieme o in qualche albergo isolato e
le trattengono dallo stipendio 200-300 euro al mese, per portarle in
questi locali c’è un autista che devono naturalmente pagare. Qualcuna
ha un figlio o i genitori da mantenere nel suo paese e manda i soldi a
casa, comunque sono situazioni molto tristi. Se si calcola che pagano
per dormire, per andare al locale, per vestirsi bene, sigarette,
mangiare, alla fine del mese guadagnano come una commessa».
Santa
Bona a Treviso, poi Silea, San Cipriano, Quinto, Conegliano, Caselle,
Castelfranco: nella sua indagine Luciana ha toccato un po’ tutta la
Marca. In tutti i locali non ha mai avuto particolari difficoltà a
entrare, anche nei club privati. E di ogni posto ha segnato tariffe e
usanze. A Castelfranco: «…possibilità di uscite con le ragazze,
300-400 euro al locale, più la ragazza che è una cosa a parte».
Di
una catena di locali tra Ponzano, Lovadina e Conegliano, Luciana
scrive: «Tutti club privati, ma si entra anche senza tessera…
possibile sesso solo a Lovadina, soliti 100 euro per la ragazza e 80
per il locale».
Alla fine Luciana esprime un desiderio, oltre a
chiedere più controlli su questi «pseudo club culturali»: «Che i nostri
uomini trovino prezzi un po’ più alti, così stanno più a casa o tornano
a guardare le partite».