Moglie voleva figlio da marito in coma, ora è morto. Prelevato seme, è giusto fecondare la donna o no?
L’uomo in coma al quale era stato prelevato il seme per fecondare la
moglie e avere un figlio, è morto, all’ospedale San Matteo di Pavia.
Solo pochi giorni fa il Tribunale di Vigevano aveva detto “no”
all’inseminazione artificiale asserendo l’impossibilità di ricostruire
con certezza il suo desiderio di paternità ma la donna aveva
preannunciato ricorso in Cassazione.
L’uomo era ricoverato
alla Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia. Nel febbraio scorso il
liquido seminale era stato prelevato dal professor Severino Antinori
per effettuare la fecondazione, poi fermata in attesa della decisione
del Tribunale. Una corsa contro il tempo perché non è invece possibile
la fecondazione post mortem. “Grande dolore” è stato espresso dallo
stesso Antinori che parla anche però di “forte speranza”.
“Farò di tutto – aggiunge – perché la fecondazione possa avvenire”.
L’uomo, di 35 anni, era stato colpito da tumore maligno e la richiesta,
per suo conto, era stata avanzata dal padre in qualità di tutore. “Lui
e la moglie erano una coppia unita – ricorda ancora Antinori – che ha
sempre manifestato la voglia di avere un figlio. Peccato che il giudice
di Vigevano abbia stabilito altrimenti ma credo che il dispositivo di
quella sentenza ne infici la decisione quando dice che si tratta di una
cosa innaturale. Questo credo sia un autogol e insieme al dolore si
rafforza l’idea che sia giusto che il figlio nasca. Faremo battaglia
per garantire il diritto a questa coppia di avere un bambino. Vedremo
intanto cosa diranno questi santoni dell’etica”.
La donna aspetterà dunque il ricorso in Cassazione ma non è escluso che in caso di parere negativo possa rivolgersi all’estero.