Multe auto: stop alle ganasce se non si paga. Conseguenze
Niente più riscossione di multe dei cittadini, Ici, Tarsu e altre imposte comunali da parte dei Comuni: questo quanto accadrà se passeranno gli emendamenti firmati dai relatori al Dl sviluppo (Maurizio Fugatti, della Lega, e Giuseppe Marinello, Pdl) che vuole impedire anche ai Comuni di utilizzare gli strumenti classici della coattiva quando il debito è inferiore a 2mila euro.
Uno dei due emendamenti riguarda le ganasce fiscali ed esclude la possibilità per Equitalia di effettuare accertamento, riscossione e liquidazione delle entrate tributarie e patrimoniali dei Comuni e delle loro società partecipate, mentre il secondo emendamento riguarda la sospensione, per un periodo di 180 giorni, dell’esecuzione forzata in vigenza di istanza di sospensione dell’esecuzione stessa.
Per fare un esempio, la multa per il classico divieto di sosta senza aggravanti produce un verbale da 39 euro, che in cinque anni tra interessi e sanzioni può arrivare a circa 162 euro.
Per arrivare alla soglia fatidica dei 2mila euro che farebbe scattare le ganasce, quindi, si dovrebbero impilare sul cruscotto 53 verbali o si potrebbero accumulare 12 divieti di sosta, lasciandoli decantare 5 anni; dopo un quinquennio, però, la multa va in prescrizione per cui, a meno che il cittadino non sia anche destinatario di 12 contestazioni nel corso dello stesso periodo.
Se l’emendamento diventa legge, dal 2012 Equitalia cesserà di effettuare attività di accertamento, riscossione e liquidazione delle entrate di Comuni, Province e società partecipate dagli enti locali e in teoria, i sindaci dovrebbero riaffidare ai propri uffici la riscossione (inventandosi professionalità senza violare il blocco del turn over nelle assunzioni) o affidare con gara il tutto a società locali interamente pubbliche.