Multe, raffiche di ingiunzioni: scoppia la protesta
«Gent. Sig. / Spett.le Ditta, dalle verifiche effettuate ci risulta il
mancato pagamento dei debiti a suo carico…». Un colpo di citofono,
una firma, ed ecco il documento che manda in crisi il cittadino medio:
è arrivata una cartella esattoriale di Equitalia. Dall’inizio di
gennaio ad oggi ne sono arrivate a migliaia «tutte datate 23 dicembre e
tutte riferite a vecchi debiti per i quali si minaccia il fermo
amministrativo», spiega l’avvocato Angelo Pisani di Noiconsumatori.it
al quale, per adesso, si sono rivolte 1.800 persone, tutte con lo
stesso problema: una cartella di Equitalia. Le richieste sono varie,
tutte riferite al mancato pagamento di cartelle precedentemente
consegnate, molte con riferimento a debiti inferiori ai 160 euro. Quasi
tutte minacciano il fermo amministrativo di un veicolo in caso di
mancato pagamento. I cittadini sono inferociti: la gran parte di queste
richieste, secondo i legali, sarebbe ingiusta perchè riferita a multe
già pagate o contestate vittoriosamente: «Ma anche nei rari casi in cui
si tratta di richieste legittime – sostiene l’avvocato Pisani – vengono
pretesi pagamenti aggiuntivi che non sono dovuti». L’avvocato mostra la
cartella ricevuta da un suo cliente: si tratta di una richiesta di
pagamento di 153 euro in cui si minaccia «Se entro 20 giorni dalla data
di notifica, non sarà versato l’importo dovuto, provvederemo al fermo
amministrativo». La cartella prevede anche il pagamento di 30,99 euro
per «spese relative alla procedura di fermo amministrativo», solo che
alla data in cui è stata spedita la lettera, quella procedura non
dovrebbe essere ancora partita: «Ecco, questo è un classico caso in cui
si registra un tentativo di indebito arricchimento – spiega l’avvocato
Angelo Pisani – tutte le persone che hanno ricevuto una richiesta del
genere hanno pieno diritto ad opporsi. Siamo di fronte a un paradosso:
se anche volessero pagare la cifra richiesta da Equitalia, non
potrebbero, perché dovrebbero accollarsi le ingiuste spese aggiuntive
per una procedura di fermo che non è stata mai attivata». Secondo i
legali che si occupano di questa nuova ondata di cartelle da parte di
Equitalia, sarebbero state spedite, in data 23 dicembre, 123mila
richieste di pagamento quasi tutte inesigibili, per le quali si può
opporre ricorso. Ma il caos provocato dalla pioggia di cartelle, ha
scatenato il panico. Così dinanzi agli sportelli di Equitalia, ci sono
lunghe file che iniziano alle sei del mattino. Si tratta di cittadini
che si presentano per chiedere spiegazioni sul documento che hanno
ricevuto e che cercano di risalire alla multa iniziale dalla quale è
scaturita la cartella. Molti hanno già pagato e cercano di sapere qual
è il percorso per evitare che il procedimento vada avanti. Come spesso
accade in questi casi nella nostra città, c’è anche chi si è inventato
un mestiere: ci sono persone che si presentano di buon mattino,
all’apertura degli uffici, e fanno incetta di numeri di prenotazione
che poi rivendono a una cifra variabile fra i cinque e i venti euro, a
chi ha fretta e non può rischiare che gli uffici chiudano senza aver
risolto il suo problema. Naturalmente quest’ultimo problema non può
essere attribuito a Equitalia. Contro la nuova ondata di cartelle,
l’avvocato Pisani annuncia una manifestazione pacifica dinanzi agli
uffici di Equitalia e invita tutti ad adire le vie legali: «Noi
consumatori promette che farà risarcire anche il danno esistenziale e
da turbativa della qualità della vita del cittadino vessato e
perseguitato».