Multe stradali – Stop ai Comuni furbetti che imbrogliano sui tempi per pagare con lo sconto
I tempi di decorrenza della notifica di una multa stradale scattano dal momento in cui il cittadino la riceve
a casa, non certo da quando gli addetti comunali la consegnano all’ufficio postale. E dal momento in cui arriva a casa cominciano a decorrere anche i
5 giorni entro i quali si ha il diritto di pagarla con lo sconto del 30%.
Una precisazione non da poco, visto che la maggior parte dei Comuni fanno i furbi e considerano l’arco dei cinque giorni a partire dalla consegna all’ufficio postale. Col risultato che quasi nessuno fa in tempo a pagare con lo sconto previsto dalla normativa.
A sollevare la questione è stato nei giorni scorsi l’ex ministro dei trasporti Maurizio Lupi, che se la prende con il Comune di Milano e annuncia in proposito una interrogazione parlamentare.
Oggetto del chiarimento – fa sapere Lupi – saranno infatti i tempi di prescrizione
indicati nelle notifiche per le contravvenzioni al Codice della Strada inviate
dall’amministrazione meneghina ed in particolare le modalità relative alla
decorrenza dei 5 giorni per poter pagare le sanzioni in forma ridotta del 30%.
Si tratta di vere e proprie irregolarità commesse dai Comuni a danno degli automobilisti, spiega Lupi, cui il caso era stato segnalato da uno dei tanti cittadini vessati per causa di questa prassi scorretta. Nelle notifiche l’amministrazione comunale indica solo una parte della norma di legge relativa ai tempi per pagare in maniera scontata. Si rende così possibile un fraintendimento che potrebbe lasciare presupporre ai destinatari che i cinque giorni decorrano dalla consegna dell’atto alle poste e non, come in realtà prevede la legge, dal ricevimento dello stesso.
Una ”vergogna”, peggio, un ”trucchetto delle tre carte ai danni dei cittadini”, tuona Lupi, che già lo scorso anno era intervenuto come ministro rispondendo a sua volta a un’interpellanza, per chiarire che i termini di 90 giorni per notificare una multa decorrono dalla data dell’infrazione. ”È l’ennesima prova che i comuni, o almeno certi comuni, usano le multe per fare cassa e sistemare i loro bilanci”, aggiunge Lupi che precisa: ”non ho cambiato idea rispetto a quanto pensavo da ministro: questo è un rapporto perverso tra istituzioni e cittadini, una ulteriore tassazione mascherata”.