Mutui casa, a gennaio scatta la moratoria
I banchieri non godono di una buona immagine, né presso l’opinione
pubblica né al ministero dell’Economia, che li ha accusati di
taglieggiare i clienti. Ma stavolta l’operazione presentata dall’Abi,
l’Associazione bancaria italiana, raccoglie il plauso generale: una
moratoria di un anno, per l’intero 2010, per i mutui sulla casa
destinata a tutte le famiglie in difficoltà. Almeno 110mila famiglie,
secondo le stime della stessa Abi, il prossimo anno non dovranno pagare
le rate, con una sospensione del debito pari a 8 miliardi di euro. Il
“Piano famiglie”, così lo ha chiamato l’Abi, prevede la sospensione del
rimborso delle rate per quattro categorie svantaggiate: chi ha perso il
posto di lavoro dipendente, senza distinguere tra posto fisso o
precario; chi ha cessato l’attività di lavoro autonomo; chi è in cassa
integrazione ordinaria o straordinaria; infine la sospensione scatta in
caso di decesso del percettore di reddito della famiglia. Il
prolungamento del mutuo, secondo quanto comunicato dall’Abi, potrebbe
portare alla maturazione di maggiori interessi e sarà la singola banca
a decidere il concreto trattamento della clientela. Infatti l’accordo
quadro dell’Abi andrà recepito dalle singole aziende bancarie, che
dovranno ora comunicare la loro adesione al piano. Va rilevato che la
mossa dell’Abi in favore delle famiglie arriva dopo quella per le
imprese, scattata ad agosto. Il presidente dell’Abi, Corrado Faissola,
e il direttore generale, Giovanni Sabatini, si incontreranno con
associazioni dei consumatori, governo, enti pubblici e soggetti privati
per definire i dettagli del piano e per coordinare e comunicare gli
strumenti di incentivazione già esistenti, molti dei quali costruiti
insieme alle pubbliche amministrazioni o a soggetti privati come la
Conferenza episcopale italiana. Il piano prevede inoltre strumenti per
favorire l’accesso al credito per garantire alcuni consumi primari
nonché per il sostegno all’avvio di micro attività imprenditoriali o
alla ricerca di occupazione. Il provvedimento «serve a rendere più
generali e omogenei i diversi interventi che sul territorio sono stati
realizzati dalle nostre associate», ha spiegato Faissola. Unanimi e
positivi i commenti delle associazioni dei consumatori, dei partiti e
dei movimenti attivi nel sociale come le Acli e la Caritas. Il piano
dell’Abi secondo l’Adiconsum interessa «una famiglia su cinque».
Federconsumatori e Adusbef rilevano che è «una misura che può veramente
far tirare un respiro di sollievo nel contesto della crisi che
attraversa il Paese», il Codacons la giudica «positiva solo ed
esclusivamente a condizione che si consenta di sospendere le rate fino
a 18 mesi (e non 12) e che la sospensione valga per chiunque dimostri
semplicemente di non essere in grado di provvedere al pagamento delle
rate». Intanto continua a peggiorare la qualità del credito delle
banche italiane per effetto della fase recessiva dell’economia. A fine
agosto, secondo il rapporto mensile dell’Abi, le sofferenze lorde (cioè
i crediti non riscossi) hanno raggiunto i 52 miliardi di euro, oltre 12
miliardi in più rispetto a novembre 2008, quando avevano toccato il
valore più contenuto degli ultimi anni. E frena a settembre la dinamica
di crescita dei prestiti bancari al settore privato (+1,4% rispetto al
+1,9% di agosto), mentre i tassi sui mutui aggiornano i nuovi minimi al
3,23% (ad agosto erano 3,24% e un anno fa al 5,8%).