Mutui, clausole vessatorie e class action – L’Europa fa giustizia
Il diritto di tutela del singolo cittadino vale sempre, anche quando sulla stessa materia
è in corso una class action e le leggi nazionali prevedono la sospensione
dell’azione individuale in attesa che si definisca quella collettiva. Lo ha
stabilito nei giorni scorsi la Corte di Giustizia Europea, così dando ragione
ad un cliente di una banca spagnola che aveva avviato un’azione legale contro
la sua banca per la cosiddetta “clausola del tasso minimo” inserita nel
contratto. Poco prima la stessa azione era stata avviata da un’associazione di
consumatori contro 72 istituti bancari e il giudice nazionale aveva sospeso il
procedimento del singolo cittadino in attesa che si definisse la class
action. Ma la Corte Europea non ci sta a dà ragione alla richiesta di proseguire
l’azione individuale. L’esercizio effettivo dei diritti soggettivi riconosciuti
dalle Direttive Europee – spiega la Corte – non può essere messo in discussione
sulla base di considerazioni legate all’organizzazione giudiziaria di uno
Stato», perché in tal caso la tutela del singolo consumatore risulterebbe
attenuata, in contrasto con le direttive UE.
Il principio
vale naturalmente anche in Italia: in sostanza non è necessario attendere la
conclusione di una parallela class action per avviare un’azione di tutela
individuale sulla stessa materia. E ciò perché il diritto comunitario prevale
sulle leggi nazionali. Perché il ricorso del singolo e quello collettivo hanno
obiettivi ed effetti giuridici diversi.
Ricordiamo
infine che la “clausola di tasso minimo”, inserita anche da noi da numerosi
istituti di credito nei contratti di mutuo – ed al centro di questa
pronuncia degli eurogiudici – va considerata abusiva perché prevede che
tale tasso sia dovuto sempre, indipendentemente dalla fluttuazione dei tassi
del mercato. E questo procura un inevitabile danno all’utente bancario, quasi
sempre ignaro di aver firmato tale clausola.
Noiconsumatori.it
mette in guardia allora dal sottoscrivere simili clausole
ma rassicura tutti: dopo la pronuncia dei giorni scorsi (sentenza depositata il
14 aprile 2016), per chi avesse già sottoscritto è possibile comunque avviare –
e vincere – un’azione individuale di tutela.