Napoli, 200 le incompiute del Comune cantieri ancora aperti dopo sette anni
NAPOLI
(22 marzo) – Cantieri per oltre 50 milioni di euro aperti addirittura
nel 2003 e chissà quando chiuderanno. Più che lumaca sono cantieri
eterni. Fatta eccezione per quelli del metrò il libro dei sogni è fermo
ancora all’indice.
«L’elenco delle opere pubbliche finanziate negli anni precedenti e non
realizzate» allegato al bilancio previsionale 2010-2012 ne segnala 216
di incompiute. Di queste una ventina sono in fase di collaudo e
potrebbero essere ultimate a breve. Ma almeno 200 sono al palo.
La più colossale delle opere annunciate, descritte, fatte toccare quasi
con mano dall’assessore competente Nicola Oddati e nemmeno mai
cantierizzate è quella dell’acqaurio che doveva nascere nell’area
orientale, se ne parla dal gennaio del 2003. All’epoca prima di
ipotizzare la la zona est come sede si pensò addirittura di costruirlo
a Bagnoli. Si fece dietrofront perché si ritenne più opportuno per gli
investitori l’area orientale. Ebbene per questo evanescente sogno
ancora oggi sono stati appostati la bellezza di 90 milioni di euro. Di
cui ben 60 dovrebbero venire fuori quest’anno e la restante parte nel
2011. I soldi sono stati assegnati al coordinatore del gabinetto del
sindaco Vincenzo Mossetti.
Al di là dell’acquario molte delle incompiute sono frutto di gare prima
indette e poi rescisse. Per questioni procedurali e altre cavillosità
che tengono ferme le opere pubbliche e fanno volatilizzare i soldi.
Anzi gli enti locali per non pagare gli interessi dei mutui contratti
per opere pubbliche che non si concretizzano utilizzano i mutui per
lanciarsi sui «derivati» o la cosiddetta «finanza creativa». In una
parola gli swap. Il Comune ne ha sul groppone quasi per un miliardo di
euro. Gli interessi Palazzo San Giacomo li finirà di pagare nella
migliore delle ipotesi nel 2037. Giova ricordare che con gli swap
all’inizio si guadagna perché ci si «vende» i mutui in cambio di cash e
di risparmio appunto sugli interessi, ma, a lungo andare, il mercato ha
le sue regole inviolabili. Ma tanto una consiliatura dura 5 o 10 anni e
per il 2037 di anni ne mancano 27.
Cosa sono dunque queste incompiute? Si va da tratti della rete
fognaria, alle scuole passando, per pezzi di strade e impianti sportivi
da ristrutturare o da fare ex novo. Una macedonia dai molti colori.
Insomma, l’elenco è lungo e a scorrerlo – per esempio – non si può non
notare il caso della scuola materna in via Vicinale Rotondella a
Chiaiano. Qui nel 2005 vengono approvati lavori per un milione e
559mila euro, ma alla voce «stato di attuazione» si legge: «Lavori in
corso». Cinque anni sembrano più che sufficienti per completare un
grattacielo!
La burocrazia ha i suoi tempi – ci si giustifica così a Palazzo San Giacomo – non senza ragione.
La manutenzione stradale è una delle problematiche irrisolte da Palazzo
San Giacomo e anche quando ci sono i soldi per mettere a posto le
strade ci si mette di mezzo la Prefettura. Non per cattiva volontà. Nel
lontano 2007 per rifare via Bosco di Capodimonte, via Prisco, via Santa
Maria delle Grazie sono stati stanziati 1 milione e 645 mila euro. I
lavori però sono fermi per un certificato che deve rilasciare appunto
la Prefettura, lo stato dell’arte sulla questione è chiaro: «Procedure
di aggiudicazione in corso in attesa esito protocollo di legalità». Si
tratta di una certificazione che emette la Prefettura con la quale
attesta che la ditta che ha vinto l’appalto per il Comune non è in
odore di camorra. Tre anni sono passati e quel certificato ancora deve
arrivare.