Napoli, aperta un’inchiesta parlamentare sul caso «mare sporco»
«Nel mare di Napoli non ci si può più bagnare, l’acqua è maleodorante
per gli scarichi delle fogne, dai Campi Flegrei fino a Eboli. La
Regione sostiene che non c’è emergenza. L’Arpac assicura che la
balneabilità non è peggiorata rispetto all’anno scorso, malgrado il
riscontro di colibatteri e, sulla spiaggia, in asse con l’impianto di
depurazione di Cuma, la presenza di salmonella». La senatrice Diana De
Feo, ha presentato una interrogazione nella quale propone
l’apertura di un’inchiesta parlamentare sul caso «mare sporco» in
Campania. Nell’interrogazione, firmata anche dai senatori Pontone,
Contini, Izzo, Coronella, Nespoli, Calabrò, Vetrella, Sibilia, Paravia,
Compagna, Esposito, Lauro, De Gregorio, Fasano e Sarro, vengono
ripercorse tutte le tappe della vicenda del depuratore di Cuma con
precisi rilievi tecnici. «L’impatto ambientale del depuratore di Cuma –
è scritto – oggi è altamente invasivo: da un lato rilascia in mare il
materiale residuo della depurazione delle acque nere e dall’altro
rilascia nell’aria un insopportabile cattivo odore, tale da sollevare
continue proteste e manifestazioni da parte dei residenti, oltre che
per il malfunzionamento della struttura, per la diminuzione di valore
che il depuratore ha causato agli immobili della zona colpita». Ieri
intanto è stato firmato in Regione un accordo per l’ammodernamento e la
rifunzionalizzazione dei depuratori gestiti da Hydrogest. L’atto
stipulato rende possibile il finanziamento, da parte di Banca Intesa,
di 128 milioni di euro. Interventi urgenti sono previsti anche
sull’impianto di Acerra, Napoli Nord e Foce Regi Lagni.