Napoli, candidature sospette e liste pulite scatta l’indagine dell’Antimafia
NAPOLI
(2 marzo) – Esiste ma nessuno lo dice, pesa sulla campagna elettorale
ma si fa finta di nulla. Poco importa se il caso Tommasino è troppo
recente e grave per essere dimenticato, e se Stefano Caldoro si
affretta ad allontanare il suo nome da quello dell’ingombrante Roberto
Conte, e se Angelo Brancaccio ha puntato sul low profile rinunciando
alla candidatura alla Regione per andare a misurarsi, invece, nella sua
Orta di Atella.
A Villa Literno non si vota ma di Villa Literno si discute: oggi, per
esempio, a Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, dove i giudici
Barbagallo, Garofoli, Montedoro, Giovagnoli e Taormina esamineranno il
ricorso della Presidenza della Repubblica avverso il reintegro del
consiglio comunale sciolto ad aprile del 2009 per infiltrazioni
camorristiche.
Si dirà: ma in quel comune non è previsto il voto amministrativo. È
vero, ma è vero anche che a determinare quello scioglimento era stata
la non limpida posizione del sindaco Enrico Fabozzi così come delineata
dalla relazione del prefetto Ezio Monaco, nella quale c’è anche un
capitolo dedicato a un appalto, quello per i lavori di ampliamento del
cimitero, vinto dalla stessa ditta, la Mastrominico, che negli atti
dell’inchiesta della Procura di Firenze viene indicata come vicina al
clan dei Casalesi.
Ebbene, lo stesso Fabozzi è uno dei candidati al consiglio regionale in
quota Pd. Situazione nota sin dal 15 gennaio, data della passata
udienza conclusa con il rinvio della discussione, alla quale, in nome
di innegabili principi di garanzia, le segreterie provinciale e
regionale del partito preferiscono non fare neppure cenno.
Orta di Atella. Sarà per questo, per via della garanzia di
innocenza fino a sentenza passata in giudicato, che non c’è traccia,
nei comunicati, neppure del caso Orta di Atella dove, due anni dopo
l’arresto, torna in campo Angelo Brancaccio, consigliere regionale
uscente, trasmigrato dai Ds all’Udeur, di cui ora è coordinatore
provinciale.
Non concorre per il nuovo consiglio regionale ma si «accontenta» della
candidatura a sindaco e a consigliere provinciale. Eppure i suoi guai
giudiziari (l’accusa di concussione e di peculato) gli derivano proprio
dalla carica di primo cittadino ricoperta fino al 2005 e alla
pianificazione edilizia e urbanistica del comune atellano. Per altro,
ricordano negli ambienti investigativi napoletani, l’inchiesta era una
derivazione di un’indagine della Dda nella quale emergevano i rapporti
tra l’amministrazione comunale e il clan dei Casalesi. Per questa
ragione il Comune era stato commissariato in virtù della normativa
antimafia.
San Cipriano d’Aversa. Assieme a Casal di Principe e
Castelvolturno, ha le liste più «pericolose» della regione. Il Comune
di San Cipriano è reduce da uno scioglimento per infiltrazioni
camorristiche e da un successivo reintegro a opera del Tar. Tra i
candidati sindaci c’è Enrico Martinelli, stesso primo cittadino colpito
dalla sanzione del ministro dell’Interno e poi riammesso. Tre le liste
presentate. A Martinelli si oppone Giacomo Caterino, coinvolto
nell’inchiesta sulla gestione del settore urbanistico della Provincia
di Caserta.
Lusciano-Parete. Spiegano alla Dda: se cercate tracce
degli ultimi bidognettiani, è in questi due comuni che dovete scavare.
Niente voto per il consiglio comunale ma la circoscrizione esprime i
suoi rappresentanti alla Provincia. Tra i candidati c’è chi è stato già
coinvolto, sia pur marginalmente, in alcune inchieste sia sul
reinvestimento dei beni di Bidognetti, sia sul traffico dei rifiuti.
Castellammare. La storia di Gino Tommasino, dicevamo in
premessa, pesa e si fa sentire. Ricordate? Lui era stato consigliere
del Partito Democratico, il suo assassino – un killer di camorra – era
iscritto allo stesso partito. Il caso che ne seguì riguardò non
soltanto le relazioni pericolose di chi fa politiche nelle aree ad
altissima concentrazione camorristica ma anche la permeabilità delle
sezioni dei partiti, con gli scarsissimi controlli sugli iscritti.
Se ne sta riparlando in questi giorni, a proposito del numero
considerevole di candidati. La radiografia dei partecipanti alla
consultazione è stata delegata alle forze dell’ordine, che nei prossimi
giorni trasmetteranno l’informativa alla Dda di Napoli.