Napoli, caos-ricoveri al Pellegrini Liste di attesa anche di 4 anni
NAPOLI
(14 marzo) – Ospedale dei Pellegrini alla Pignasecca. Davanti
all’accettazione c’è un cartello che avvisa: «Sono bloccati tutti i
ricoveri di elezione fino a nuova disposizione». Per assicurare le
prestazioni urgenti, e limitare il ricorso alle barelle, è scattato lo
stop allo scorrimento delle liste d’attesa per le attività ordinarie
programmate.
Si tratta di «una soluzione necessaria quanto transitoria, adottata
perché è l’unica che consente di fronteggiare l’enorme affluenza al
pronto soccorso», chiarisce il direttore sanitario Giuseppe Russo. La
priorità, è questa l’indicazione, «è garantire innanzitutto ai pazienti
in barella una sistemazione adeguata». Ma sono inevitabili le
ripercussioni sui tempi di attesa per gli interventi chirurgici non
urgenti: a catena lo stop colpisce infatti gli oltre 5650 pazienti già
prenotati.
A sorpresa, ci sono ammalati in lista dal 2006, secondo l’elenco
registrato nel Centro di elaborazione dati. Possono sfiorare i mille
giorni le attese per l’impianto di una protesi, fino a
trecentocinquanta giorni per particolari interventi di oculistica, se
il quadro clinico non è preoccupante. Lunghe code anche per urologia e
chirurgia plastica.
«Ci sono pazienti in attesa anche dal 2006, che rifiutano di andare in
altre strutture, perché si fidano ciecamente del nostro ospedale che ha
professionisti di eccellenza che attraggono ammalati da tutta il
territorio regionale e anche oltre», afferma Russo. E ai casi-limite si
aggiungono le richieste inserite dal 2007 in poi. «I tempi di attesa
dipendono dal tipo di patologia – aggiunge il direttore sanitario – e
da altri parametri clinici. I codici di priorità fanno salire in cima
alla lista gli ammalati con patologie più gravi: loro non aspettano mai
a lungo».
L’ospedale che è partito per primo con un progetto di archiviazione e
gestione informatica dei dati ha un sistema centralizzato di
accettazione che consente di governare il flusso di pazienti, segnalare
l’esatta posizione di ciascuno in lista, verificare il giorno di
inserimento e qualsiasi variazione della prenotazione in tempo reale.
Non solo: il presidio effettua i pre-ricoveri per gli accertamenti
propeutici all’intervento chirurgico, in modo da poter ridurre poi i
tempi di degenza. «Tutte le attività sono comunque legate a quelle di
pronto soccorso», spiega Russo. Quando nell’ospedale ci sono le
barelle, dunque è necessario fermare i ricoveri di elezione programmati
per assicurare un posto letto a tutti ammalati già presenti in corsia.
E in regime di emergenza, la struttura dei Pellegrini è tra le più
operative. Secondo le statistiche che fanno riferimento alla città di
Napoli, il presidio del centro storico ha il più alto numero di
accessi, dopo Cardarelli e Santobono. Tra il 2008 e il 2009, le
prestazioni d’emergenza sono passate da 86131 a 95.390. Senza
considerare che il numero di ricoveri tramite pronto soccorso riguarda
solo il 4,1 per cento degli utenti contro una media nazionale che
supera il 15 per cento.
Ad accentuare le difficoltà è la ristrutturazione in corso nella
struttura: diversi reparti, al momento, sono accorpati. Tra questi, la
medicina che aveva quindici posti letto. «Dovremmo riaprire a breve, i
lavori sono quasi ultimati. Ed è allo studio anche un progetto per
attivare un poliambulatorio specializzato», conclude Russo che
ribadisce: «Da noi ci sono professionisti di prim’ordine. Le
difficoltà? Sono dovute proprio al sovraccarico di attività».