A Napoli aumentano le tasse. Non si sa ancora di quanto, ma è una certezza. A imporre la misura, fanno sapere da Palazzo San Giacomo, sarebbe la necessità di recuperare i tagli nei trasferimenti statali e regionali e dal federalismo fiscale. Perché al Comune le casse sono vuote. L’assessore del ramo Michele Saggese parla di 120 milioni in meno: «I soldi li dobbiamo pur tirare fuori da qualche parte per fornire i servizi necessari alla città».E si prospetta un’azione che dovrebbe avvenire su tre fronti: la tassa di soggiorno, già vigente in città come Roma, la tassa di scopo e l’addizionale Irpef. Tutto sarà più chiaro con il «sì» definitivo al federalismo, che appunto prevede la tassa di soggiorno. Ma il Comune la ritiene un balzello odioso e improponibile, che danneggerebbe l’immagine della città già sporca per la «monnezza».
Un balzello che danneggerebbe, del resto, anche il turismo, un settore già alle prese con una forte crisi. «Prima, daremo noi il buon esempio» dice Saggese «con tagli alla produttività di tutti i dipendenti del Comune: recupereremo così almeno 4 milioni e taglieremo le spese vive di gestione dalla luce ai telefoni»…