Napoli, Comune senza soldi Scatta il maxicondono per le multe
NAPOLI (18 gennaio) – A metà settimana il
via libera alla delibera per il condono delle multe. Ci ha pensato a
lungo il sindaco Rosa Russo Iervolino, poi con il supporto
dell’assessore alla Legalità Luigi Scotti e del nuovo titolare del
Bilancio Michele Saggese e soprattutto senza più il «niet» dell’ex
Riccardo Realfonzo che ha invece aumentato la Tarsu del 60 per cento,
ha detto sì. I napoletani potranno alleggerire in questo 2010 la loro
posizione nei confronti di Equitalia. L’agenzia in queste settimane sta
spedendo cartelle esattoriali con cifre blu, anche di 5000 euro, per la
maggior parte composte da interessi.
Ma cosa significa condonare le multe? Significa appunto fare in modo
che gli automobilisti incappati nei rigori dei vigili urbani paghino
solamente l’importo della contravvenzione non gravato dagli interessi
che finiscono diritti nelle casse di Equitalia. In ballo ci sono cinque
anni, dal 2004 al 2009 per un valore nominale di oltre 100 milioni di
euro. Più nello specifico, se, per esempio, il multato riceve una
cartella di 5000 euro ma la multa originaria è di 1000 euro, pagherà
solo quest’ultima cifra e sarà «pulito» nei confronti della legge. Di
più. Il Comune metterà a disposizione un altro bonus, perché intende
dare la possibilità di estinguere in due rate da pagarsi a giugno e
settembre la contravvenzione. Insomma per chi intende mettersi in
regola si spiana davanti un’autostrada.
Perché il ripensamento di Palazzo San Giacomo rispetto al no al condono
dell’estate? Due i motivi. Il primo di ordine politico: dopo la
stangata con l’aumento della Tarsu del 60 per cento targata Realfonzo
(che poi si è dimesso) c’è la necessità di non tartassare ulteriormente
i napoletani. Il secondo motivo è di ordine finanziario. A palazzo San
Giacomo hanno scoperto che con il condono incasserebbero più soldi di
quanti non ne incassano attualmente nonostante l’affidamento a
Equitalia della riscossione stessa. Questi i conti. In ballo ci sono
100 milioni di euro di multe. A questa cifra bisogna sottrarre gli
«abbattimenti» dovuti per la sopravvenuta morte del contravventore, i
fallimenti, i cattivi pagatori e le contravvenzioni elevate a chi non è
residente a Napoli. Si scende a 50-60 milioni. Quanto di questa somma
il Comune riesce effettivamente a incassare? Non più di 30-35 milioni.
Tuttavia c’è un calcolo effettuato con il sì al condono che eleva la
cifra ad almeno 60 milioni. Le cifre ballerine potrebbero costituire un
problema per i flussi finanziari di Palazzo San Giacomo. Il pool che il
sindaco ha messo al lavoro sull’argomento però ha risolto il problema.
Nella sostanza un eventuale squilibrio finanziario tra «competenza e
cassa» non dovrebbe sussistere perché la situazione di chi non aderisce
al condono a livello di bilancio risulterà come un credito per il
Comune. Per costoro Palazzo San Giacomo sta studiando inasprimenti
delle sanzioni da propinare attraverso Equitalia. Vale a dire che chi
paga – utilizzando il condono – non sarà certamente l’utile idiota che
rimpolpa le casse comunali. Perché chi ha pendenze e non aderisce al
condono non verrà dimenticato, anzi sarà colpito da Equitalia con
maggior forza del passato.
Il problema dello squilibrio fra accertato e incassato (la competenze e
la cassa) è sentitissimo in Comune. Basta leggere i dati: nel 2006
l’importo accertato per le contravvenzioni elevate dai caschi bianchi è
stato di 73,40 milioni di euro, a fronte di un incasso di 10,66
milioni; nel 2007 ci sono stati accertamenti per 47,90 milioni e ne
sono stati incassati 13,30. Nel 2008, infine, accertati 66,55 milioni e
incassati 12,50. Vale a dire che in tre anni su 184,55 milioni ne sono
stati incassati solamente 36,46. Ecco perché se il condono dovesse
fruttare tra i 30 e i 35 milioni sarebbe un successo. Perché entrebbe
in cassa in quest’anno un tesoretto da mettere a disposizione per
rendere la città più vivibile.