Napoli, condannato a 26 anni, rimesso in libertà il boss del Vomero Caiazzo
Nel primo pomeriggio di oggi il boss della camorra del Vomero, quartiere collinare di Napoli, Antonio Caiazzo ha lasciato il carcere di Novara dove si trovava rinchiuso da tempo. Detenuto in regime di 41 bis, il camorrista ha ricevuto in cella l’ordine di scarcerazione firmato dal Tribunale del Riesame di Napoli. La notizia della scarcerazione è stata resa nota dai legali di Caiazzo, avvocati Vittorio Trupiano e Lello Della Pietra.
Assolto dalla Cassazione per il tentato omicidio di un pentito. Lo scorso 17 febbraio il capo camorra era stato assolto dalla Corte di Cassazione dall’accusa di tentato omicidio del collaboratore di giustizia Rosario Privato. L’agguato avvenne nel ’95. La Corte ha annullato senza rinvio cancellando così i primi 15 anni inflitti a Caiazzo in primo e secondo grado. Oggi il Tribunale del Riesame ha annullato un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli a seguito di una condanna in primo grado, a 26 anni di reclusione in qualità di capo e promotore dell’omonimo clan.
Estradato dalla Spagna per il tentato omicidio, condannato per altri reati. I legali di Caiazzo hanno ricostruito le ultime vicissitudini giudiziarie del loro assistito. Caiazzo da Novara è stato recentemente trasferito a Sulmuna dove avrebbe dovuto scontare due anni di reclusione in una casa di lavoro oltre a un anno di libertà vigiliata in base a quanto disposto nel giugno del 2007 dal magistrato di sorveglianza di Napoli in quanto riconosciuto delinquente abituale. Questo provvedimento, subito dopo l’assoluzione in Cassazione è stato impugnato dai difensori di Caiazzo che hanno eccepito il diritto di specialità (ex articolo 721 cpp) essendo stato il camorrista estradato dalla Spagna il 24 marzo del 2009 solo per il tentato omicidio del pentito Rosario Privato e non avendo Caiazzo prestato il consenso all’estradizione suppletiva.
Ulteriore condanna per fatti diversi da quelli dell’estradizione. Il 25 marzo di quest’anno il capo clan del Vomero ha ricevuto una nuova ordinanza di di custodia per una condanna a 26 anni di carcere comminatagli il 22 aprile dello scorso anno dalla sesta sezione del Tribunale di Napoli in qualità di capo e promotore dell’omonimo clan attivo al Vomero. Caiazzo è stato quindi nuovamente trasferito a Novara in regime di 41 bis. Nel frattempo il pm Gatti e la Procura di Napoli hanno sospeso l’esecuzione dell’ordinanza casa lavoro-libertà vigilata avendo ritenuto fondata l’eccezione posta dalla difesa. Resta quindi all’impiedi la sola ordinanza di custodia cautelare che vede Caiazzo obbligato in attesa dell’appello a scontare la pena di 26 anni di carcere.
Il Tribunale del Riesame accoglie il ricorso della difesa. I legali di Caiazzo hanno presentato ricorso all’ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli per la condanna a 26 anni di carcere. Ricorso presentato al Tribunale del Riesame sollevando la medesima eccezione di violazione dell’articolo 721 del Codice di procedura penale comma 1, convenzione europea di estradizione più articolo 26 comma 2 e 3 legge su mandato di arresto europeo. Sostengono i legali di Caiazzo, Trupiano e Della Pietra che «trattasi di fatto diverso da quello per cui era stato estradato, di fatto anteriore all’estradizione medesima e per il quale comunque Caiazzo non aveva prestato consenso ad essere giudicato».
Accolte le tesi difensive: ritorno in libertà e via dall’Italia entro 45 giorni. Oggi la tesi difensiva è stata accolta e quindi anche l’esecuzione di questa ordinanza è stata sospesa in attesa di eventuale estensione di estradizione suppletiva da parte della Spagna. Di qui l’ordine di immediata scarcerazione di Caiazzo che alle ore 13 appunto ha lasciato il carcere di Novara. Adesso Caiazzo è obbligato ad abbandonare l’Italia entro 45 giorni.