Napoli, emergenza ambientale: debiti per i rifiuti, il Comune lancia l’SOS
Giacomo ed è diretto al sottosegretariato ai rifiuti retto da Guido
Bertolaso. A far stare sulle spine il sindaco Rosa Russo Iervolino e
l’assessore competente Paolo Giacomelli sono i 130 milioni di euro di
debiti che il Comune ha contratto con la struttura di Palazzo Salerno
per lo smaltimento dei rifiuti. In linea teorica il conto dovrebbe
essere saldato entro il 31 del mese. Vale a dire la data in cui cesserà
lo stato di emergenza. Un irrigidimento del sottosegretariato sulla
data, ovvero recepire il 31 come termine perentorio, significherebbe
crack finanziario per il Comune che in cassa non ha un euro per fare
fronte in maniera immediata a una simile mole debitoria. Ma da Palazzo
Salerno fanno trapelare che «nessuno ha intenzione di puntare una
pistola alla tempia del Comune. Una trattativa è possibile a patto che
entro fine anno ci sia l’assunzione completa delle responsabilità sulla
gestione del ciclo integrato dei rifiuti». Ovvero dalla raccolta allo
smaltimento. Non appare una condizione impossibile da rispettare, anzi.
Una partita comunque complessa e tutta da giocare. Si disputerà nel
campo aperto delle elezioni regionali, sul filo della strategia
elettorale di tutti gli schieramenti in campo. Perché il decreto di
fine emergenza verrà varato entro pochi giorni, al primo consiglio dei
ministri utile, visto che dalla prossima settimana scatta il periodo
delle festività natalizie e la politica chiude bottega. Però prevederà
sei mesi di cosiddetto «regime transitorio» con le chiavi del
sottosegretariato a disposizione degli enti locali e la squadra di
Bertolaso intenzionata a utilizzare questo periodo per chiudere le
partite finanziarie con tutti gli enti locali. Giova ricordare che se
il Comune deve dare 130 milioni i consorzi provinciali di Napoli e
Caserta ne debbono altri 200. Il totale è di 330 milioni e non è poca
cosa. La trattativa nella sostanza c’è già, l’avere trovato sintonia
sulla cifra che effettivamente bisogna negoziare, appunto i 130
milioni, ha svelenito molto il clima fra i due Palazzi. Ma come si
compone il debito del Comune? 83 milioni sono stati rateizzati in 10
anni con rate da 8,3 milioni annue. Liquidate – al momento – le
annualità 2006-2007. Restano da pagare 66,7 milioni. I soldi li preleva
direttamente lo Stato attraverso il ministero dell’interno nel senso
che li detrae dai fondi che spettano al Comune. Secondo Palazzo San
Giacomo queste rate pagate non sarebbero state girate ai alla struttura
di Bertolaso. 28,5 sono invece i milioni dovuti a integrazione per gli
anni che vanno dal 2000 al 2005. C’è un contenzioso aperto con
Fibe-Impregilo su questa cifra e si aspetta il giudizio di merito
dall’organo giudicante a stretto giro di posta. Il tema della vertenza
è che le controparti del Comune non avrebbero rispettato i patti
garantendo lo smaltimento in maniera puntuale. Di qui la resistenza
nell’erogare i fondi. Per l’annualità 2008 la somma dovuta dal Comune è
29,5 milioni di euro. Palazzo San Giacomo ne ha stanziati 17,5. Restano
da pagare 12 milioni contestati al sottosegretariato per i cosiddetti
«extracosti». Di cosa si tratta? Nella sostanza come per il contenzioso
con Fibe-Impregilo il Comune ritiene di non dovere quei soldi in quanto
si è sobbarcato costi aggiuntivi non avendo potuto scaricare dove il
sottosegretariato aveva indicato perché le discariche o gli impianti
erano pieni. Anche qui si tratta a oltranza. Per il 2009 sono state
pagate 4 mensilità pari a 12 milioni. Restano da saldare altri più o
meno 7 milioni. Dunque garanzie sulla gestione che il Comune ha già
cominciato a dare. Intanto perché è l’unico municipio della Campania
che comunque paga e poi con l’aumento della Tarsu i 30 milioni annui
dello smaltimento sono contenuti nella gabella.