Allarme pozzi avvelenati nell’area delle discariche di Giugliano, nel napoletano. Le analisi dell’Arpac hanno confermato per le prime dodici buche i risultati delle indagini svolte per la Dda di Napoli: la falda acquifera è infettata da sostanze cancerogene. Scoppia la polemica. Il sindaco della Terra dei Fuochi, Giovanni Pianese, ha chiesto un tavolo istituzionale in merito. In questo modo, le responsabilità di chiudere i pozzi toccherebbe ad altri. Ma Mario De Biase, il liquidatore del commissariato alle Bonifiche, è stato chiaro: è l’autorità sanitaria sul territorio, ovvero il sindaco, che deve intervenire. L’area è stata i da 14 mila tonnellate di percolato provenienti dalla Resit dell’avvocato Cipriano Chianese, zona in cui sarebbero state sversate 341 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi. Secondo il geologo Giovanni Balestri la contaminazione futura della falda acquifera si estenderà «sin oltre i confini provinciali interessando la popolazione di numerose masserie che utilizzano ancora i propri pozzi anche per l’uso alimentare personale. Ugualmente in zona si trovano numerose attività agricole e zootecniche che utilizzano l’acqua estratta da questa falda per l’irrigazione e il beveraggio». Nel periodo dal 2001 al 2003 il sub commissario Facchi aveva concesso a Chianese, già più volte indagato, di ingrandire le volumetrie della Resit per sversarvi rifiuti speciali lasciando così mischiare negli invasi già congestionati i rifiuti pericolosi con quelli urbani. Inoltre tra il 2003 e il 2004, epoca in cui il sito era gestito dal consorzio di bacino Napoli 3, si sarebbe realizzato un ulteriore sovrasfruttamento motivato dall’accordo raggiunto con Fibe Campania per lo stoccaggio delle balle. Sull’ennesimo disastro ambientale e sulla polemica nata interviene anche l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori affermando che “ La situazione è pericolosa per la salute umana e il sindaco Pianese deve intervenire subito per il bene dei cittadini”.
“Le falde avvelenate contaminano i raccolti, il mangime del bestiame, elementi che vanno a finire direttamente sulla tavola dei consumatori – spiega Pisani -. In questo momento comportamenti da burocrati, da scarica barile sulle responsabilità d’intervento, sono del tutto secondari. A cuore deve stare innanzitutto la salute dei cittadini e dei territori dell’area. Che si blocchino le coltivazioni. Ci troviamo di fronte all’ennesimo catastrofe ambientale che può causare conseguenze serie agli abitanti della zona, ma nessuna delle istituzioni sembra essersene accorta. Anzi continuano a polemizzare tra loro! Queste aree verdi sono diventate laboratorio di morte per interessi altrui! E’ una vergogna!”