Napoli: falsi ciechi, truffatori restituiscono all’Inps i soldi dell’imbroglio
NAPOLI
Finti ciechi, finti accompagnatori di invalidi, soldi cash: tremila,
Un sistema rapido, voluto dal capo del pool mani pulite Francesco
Niente fase preliminare, né camera di consiglio del gup, di fronte a
In cella, restano tre esponenti dello stesso nucleo familiare: il
Oltre settanta indagati, le ipotesi di associazione per delinquere,
C’è l’ipotesi che centinaia di certificati siano stati falsificati, poi
Che, disperato, avrebbe lanciato un ultimatum ad ex soci in vena di
(5 marzo) – Stanno restituendo i soldi all’Inps. E lo fanno
presentandosi in Procura, assieme al proprio avvocato, depositando
buste di quattrini ritenuti provento della grande truffa delle pensioni
di invalidità.
quattromila euro alla volta, tante scuse e la speranza di un
patteggiamento che allontani una volta e per sempre (almeno su questo
versante) i riflettori dai vicoli del Pallonetto di Santa Lucia. Dopo
gli arresti e le confessioni della prima ora, anche il parziale
risarcimento del danno, reso possibile da un espediente concepito ad
hoc dalla Procura di Napoli: che ha acceso un conto corrente presso
l’Inps, dove veicolare i depositi degli indagati che arrivano in questi
giorni nella torre blindata del Centro direzionale.
Greco, dal pm Giuseppe Noviello, che consente di recuperare parte di
una truffa che, secondo i calcoli, avrebbe causato un buco di un
milione di euro alle casse dello Stato. Intanto, la Procura di
Giovandomenico Lepore ha messo a segno una nuova mossa per chiudere il
cerchio attorno agli indagati: sono stati firmati, infatti, i decreti
di giudizio immediato a carico di 64 imputati. Si va, dunque, verso un
processo sprint.
prove video che risultano schiaccianti (sedicenti ciechi che guidano
l’auto), in un’inchiesta rafforzata nelle ultime settimane da
dichiarazioni di reo-confessi, ma anche da diverse intercettazioni
telefoniche e ambientali. Chiara la strategia della Procura: fissare il
giudizio immediato per i beneficiari della truffa delle pensioni per
finti invalidi e tenere aperta l’inchiesta per le «menti», per i
presunti organizzatori dell’affaire.
consigliere della Municipalità di Chiaia Salvatore Alajo, suo padre
Luigi, sua moglie Alexandra Danaro (difesa quest’ultima dai penalisti
Arturo Frojo e Giuseppe Ricciulli, si dice estranea alle accuse
articolate dalla Procura), in un’inchiesta che sta scavando da mesi in
uffici e palazzi istituzionali. Indagano i carabinieri del comandante
provinciale Mario Cinque, in una vicenda che vede impegnati gli uomini
del capitano Federico Scarabello e del luogotenente Tommaso Fiorentino.
Sott’accusa, come presunti organizzatori della truffa, anche la 58enne
Assunta Nardi, madre di Salvatore e moglie di Luigi Alajo (che resta ai
domiciliari per problemi di salute), mentre è in cella il presunto
braccio destro del consigliere circoscrizionale, il 53enne Ciro
Giardulli.
truffa e falso, in una vicenda investigativa che ora sta battendo nuove
piste, nuovi livelli di responsabilità: si cercano talpe interne agli
organi istituzionali, oltre al Comune e agli uffici circoscrizionali,
anche nelle Poste e nell’Inps, ma anche possibili collusioni con gli
ambienti medici e sanitari.
travasati in attestati con tanto di bollo (falso) del Comune, per
finire all’Inps, l’ultimo stadio della truffa che consentiva di
spillare pensioni (da 400 a 1200 euro mensili), senza contare poi gli
arretrati che sarebbero finiti nelle tasche degli organizzatori. C’è un
livello tutto da scoprire, come sembrano suggerire lettere, bigliettini
e chiacchiere intercettate in queste settimane durante i colloqui di
Salvatore Alajo.
collaborazione: «Mi sto facendo la galera, ma se parlo io succede uno
scandalo mai visto, una cosa che rimarrà per mesi sui giornali».