Napoli, finto cieco con indennità leggeva giornali e inseguiva il bus/Video
NAPOLI
(26 maggio) – Filmato e pedinato mentre fa shopping, mentre legge il
giornale, passeggiando senza alcun handicap. Seguito passo dopo passo,
mentre rincorre un autobus o prova a districarsi nel caos del centro di
Napoli, mentre spinge il carrozzino del figlio piccolo. Falsi invalidi,
nuovo atto: questa volta a finire in manette è il 47enne Mario
Graziano, fisioterapista dell’azienda ospedaliera della facoltà di
Medicina e Chirurgia di Napoli, al Vecchio Policlinico.
Una sorta di recordman della truffa, che oltre a fingersi cieco era
riuscito a trovare il sistema per assentarsi dal posto di lavoro,
magari per andare a coltivare una seconda attività lavorativa. Furbo e
fannullone, secondo il comunicato della Procura di Giovandomenico
Lepore.
Telecamere e agenti di polizia hanno infatti ricostruito una vita
all’insegna della truffa, almeno a voler dar credito al primo screening
investigativo: grazie a una collega (denunciata a piede libero, ndr),
che timbrava il cartellino al suo posto, il 47enne lasciava l’ospedale
e andava ad occuparsi di faccende private. Storie di finti malati, ma
anche di mancanza di controlli, di falle amministrative. Tanto che, il
più delle volte, Mario Graziano era stato inquadrato dalle telecamere
nascoste, mentre si recava in un istituto di suore, probabilmente ad
offrire prestazioni private come fisioterapista. È qui che è stato
ammanettato, è qui che gli agenti di polizia lo hanno arrestato.
Vita da finto cieco. Un sacco organizzato negli anni, tanto che gli
inquirenti non hanno avuto difficoltà a fargli due conti in tasca: il
47enne avrebbe incassato pensioni e indennità per 100mila euro, un
tetto raggiunto dopo aver fatto carte false. Cieco al cento per cento,
ma perfettamente capace di una vita normale, a dispetto di una
condizione di invalidità riconosciutagli nel 1996 ed integrata, nel
2003, con l’indennità di accompagnamento «quale persona con necessità
di assistenza continuativa globale e permanente». Indaga il pool mani
pulite del procuratore aggiunto Francesco Greco, fascicolo affidato al
pm Giancarlo Novelli, nel corso di un filone di indagine che punta a
fare chiarezza sulle tante facce in materia di truffa dei finti
invalidi.
Dopo il presunto «sistema Alajo», dunque, altri casi di presunti furbi
o fannulloni, ammesso ovviamente che le accuse mosse al fisioterapista
siano riscontrate in concreto. Un arresto che premia l’attività
investigativa della Mobile del primo dirigente Vittorio Pisani e del
suo vice Massimo Sacco, in un’inchiesta scattata dopo la denuncia della
ex moglie del fisioterapista. Vicenda privata, che assume un carattere
pubblico. Inchiesta aperta, ora gli inquirenti puntano ad ascoltare
colleghi di lavoro e amministratori che non hanno notato «le assenze»
del presunto assenteista.
Primo momento di verifica, questa mattina dinanzi ai giudici della
direttissima, dove il fisioterapista risponde della falsa attestazione
sul posto di lavoro. Poi la seconda mossa. Risalire a ritroso a scavare
nella cartella clinica del sedicente non vedente. Tutto in regola, a
leggere certificati medici e decreti di pagamento, tanto da spingere
gli inquirenti ad interrogare esponenti dell’Inps e delle commissioni
sanitarie che si sono espresse sul fisioterapista arrestato ieri
mattina.
Inchiesta in corso, che segue lo stesso ritmo di indagini parallele sui
finti invalidi. Da Chiaia a Torre del Greco, dai vicoli del Pallonetto
di Santa Lucia all’hinterland. Non solo handicap visivi, ormai è storia
nota. La galassia delle finte invalidità abbraccia ben altri campi, ben
altri settori: schizofrenia, attacchi di panico, difficoltà di
deambulazione e quant’altro ancora consente di incassare un vitalizio a
fine mese.
Tutto falso, ma reso autentico grazie a una serie di timbri, in una filiera priva di controlli amministrativi.