Napoli, frana sotto la tomba di Totò Un disastro al cimitero del Pianto
NAPOLI
(8 aprile) – Vinto dall’incuria e dall’abbandono, il cimitero del
pianto si sta accasciando. La collina del Paradiso, che un tempo
affacciava direttamente sul golfo e oggi invece si specchia nei
grattacieli del centro direzionale, sta lentamente, e inesorabilmente,
franando: e la frana trascina giù qualunque cosa.
Cedono vistosamente le cappelle che si trovano in basso,
appoggiate sulla cavea greca: sono letteralmente piegate a valle,
aspettano solo che un altro pezzetto di sabbia si sfaldi, per
precipitare giù. Assieme alla collina, scivola lentamente anche quel
che resta della maestosa chiesa di Santa Maria del Pianto che resiste
dal 1.600. E pian piano si avviano verso la parte bassa di Poggioreale
anche le altre cappelle, compresa quella di Totò che è il simbolo di
quel cimitero.
Le fotografie che vedete in questa pagina sono state scattate
ieri mattina. Sembrano le immagini dei danni di un violento terremoto:
le stradine che conducono alle ultime costruzioni, sono letteralmente
spaccate a metà. L’asfalto è spezzato come un biscotto, le cappelline
che si trovano sul lato sinistro sono completamente «fratturate», anche
i loculi sono spaccati, e lasciano intravedere i poveri resti dei
morti. Dalle strutture che si trovano a picco sulla strada sottostante
(fortunatamente vuota, perché bloccata assieme a un abuso edilizio)
cedono pesantissime lastre di marmo che si schiantano al suolo. Di
tanto in tanto, racconta chi frequenta quel cimitero, si sente un
pesante tonfo: è una lastra da un quintale che vola giù. Viene
raccontata come una cosa normale. A voi lo sembra?
Poco più in alto rispetto alla zona che si sta sgretolando,
sorge l’antica chiesa. Davanti c’è la nuovissima struttura in cemento
armato, costruita per accogliere un numero sempre più alto di morti.
Quel palazzo colmo di loculi è collegato alla strada da due «ponti» di
pietra che si stanno staccando dalla base. Si allontanano dalla collina
perché l’intero palazzo si sta inesorabilmente piegando in direzione
del centro direzionale.
Vent’anni fa si era verificato un problema analogo nella stessa
zona. Anche allora le cappelle rischiarono il crollo, alcune vennero
giù. Fu necessario predisporre un sostegno per quella collina. Un
grosso muro di mattoni e cemento fu predisposto per abbracciare la
«collina di Totò». E ha resistito per un po’, finché la terra ha deciso
di liberarsi da quell’abbraccio. I primi segnali del cedimento si sono
mostrati lo scorso novembre.
Li avevamo registrati, e denunciati, anche noi del Mattino. Piccole
crepe nell’asfalto, leggeri cedimenti nelle strutture. Nel giro di
cinque mesi, però, la situazione è precipitata, tanto da costringere la
direzione a vietare l’accesso a tutta quella parte di cimitero:
balaustre e nastro rosso. Ma ci passano tutti. I fiori portati a Pasqua
sono ancora freschi, segno che qualcuno ha facilmente dribblato il
divieto d’accesso.
Saranno gli esperti a stabilire perché la collina del Paradiso
s’è messa in movimento proprio adesso, dopo anni di tranquillità. Noi,
che ieri abbiamo visto la situazione da vicino, abbiamo semplicemente
notato che proprio sotto quella collina passa una grossa condotta, a
giudicare dall’odore si direbbe una fognatura. La condotta, un cunicolo
di pietra, sbuca direttamente dentro al cimitero del pianto. Vomita,
quando è colma, la sua acqua sporca al centro fra due cappelline e va a
finire sulla strada. Adesso hanno provato a convogliare quell’acqua
piazzando, davanti allo sbocco, un gigantesco tubo che la incanala e la
porta giù, ai piedi del cimitero. Chissà se quel cunicolo che fa
passare l’acqua sotto la collina, può avere contribuito al cedimento
del terreno.
L’unica certezza è che bisogna intervenire in fretta. Il cimitero del
pianto sta scivolando giù. Dopo le prime cappelle rischia di trascinare
a valle anche la chiesa del ’600 e quel che c’è sopra, compreso il
loculo di Totò.