Napoli, gara deserta per il Metrò del mare Pochi fondi: il servizio rischia di saltare
NAPOLI
(4 maggio) In nove anni un milione e 600mila passeggeri trasportati,
novecentomila miglia marine percorse – quasi 43 volte il giro del mondo
– su undici linee e tra 23 scali della Campania, da Monte di Procida a
Sapri, per sei mesi l’anno. Ma quest’estate il «Metrò del mare»,
collegamento veloce sul modello della metropolitana su ferro, rischia
di scomparire.
Alla gara per l’affidamento del servizio, che dal 2001 rappresenta
l’alternativa all’auto per raggiungere molte mete turistiche campane,
non si è presentato nessun armatore: ieri mattina alle 12 sono scaduti
i termini. I funzionari e gli avvocati della Regione si sono messi al
lavoro subito dopo, per delineare i possibili futuri scenari di un caso
che si annuncia già scottante.
Il verbale con l’esito di gara deserta è finito direttamente sulla
scrivania del governatore Stefano Caldoro, che dovrà trovare il tempo
per gestire personalmente il caso, almeno fino a quando non sarà
nominato un assessore regionale ai Trasporti.
Lo scorso anno era scaduto il contratto con gli armatori per la
fornitura del servizio. Finora i trasporti sono stati assicurati dalla
Metrò del mare Scarl, società consortile costituita otto anni fa, con
capitale sociale detenuto per il 40 per cento dalla Snav e per il 20
per cento ciascuno da Alilauro, Alilauro Gruson e Nlg (Navigazione
Libera del Golfo), che si aggiudicò la gara internazionale. Il
comandante Raffaele Aiello, ultimo presidente del Metrò e
amministratore delegato della Snav, spiega i principali motivi della
mancata partecipazione alla gara di ieri: l’assenza di sgravi fiscali e
l’aumento del prezzo del carburante. E chiede alla Regione un ritocco
al prezzo del biglietto.
Ma i ben informati sostengono che, alla base della decisione degli
armatori di non presentarsi alla gara, ci sia stata proprio
l’incertezza del momento e la mancanza di una sorta di «assicurazione»
politica, più che l’aumento dei costi d’esercizio.
Un pericolo, quello di non vedere più nei nostri porti le navi del
Metrò del mare, che ha persino del paradossale se si pensa che ci sono
già i fondi appostati in bilancio per il servizio, nonostante nel
frattempo la giunta sia decaduta. Lo scorso anno, infatti, c’erano già
i soldi per il Metrò del mare. Il bando (tre anni con opzione per i due
successivi) fu rifinanziato con quattro milioni. Tanto che, soltanto
due mesi fa, la stagione 2010 del Metrò del mare venne presentata alla
Bit di Milano: alla Borsa internazionale del turismo i riflettori
furono puntati sulle tre nuove linee («Coast Sightseeing Baia di
Napoli», giro del golfo da Posillipo ai Campi Flegrei; «Coast Punta
Campanella», giro della costiera sorrentina; «Sorrento by night», corse
serali e notturne fra Napoli e Sorrento) e sui lusinghieri risultati
finora raggiunti.
Ben duecentomila passeggeri trasportati nel 2009, novantamila solo ad
agosto, con il 10 per cento in più rispetto all’anno precedente:
tredici unità (catamarani, aliscafi o monocarene delle compagnie di
navigazione del consorzio), rispetto alle due dell’inizio, a
disposizione sulle undici linee servite; Napoli, Salerno, Capri e le
costiere vesuviana, flegrea, sorrentino-amalfitana e cilentana toccate
dai mezzi del Metrò.
Numeri e risultati che, durante la presentazione alla Bit, fecero
esclamare all’allora assessore regionale ai Trasporti, Ennio Cascetta:
«Non potevamo non dare risposte ai sindaci dei tanti Comuni
interessati. Il Metrò del mare non rischia più l’estinzione, i
trasporti sono assicurati per altri cinque anni».
Uno scenario che oggi sembra radicalmente cambiato, salvo colpi di scena che potrebbero arrivare nei prossimi giorni.