Napoli, il giudice reintegra il consigliere Conte: può sedere in Consiglio Regionale
Può tornare in Consiglio regionale, gli spetta di diritto un posto nella principale assemblea regionale della Campania. Quei dodicimila voti incassati a capo di una lista civica lo rendono consigliere regionale, dal momento che la sua sospensione è scaduta dallo scorso dicembre.
Sono questi i motivi che hanno spinto il giudice del Tribunale civile Sergio Gallo ad accogliere la richiesta di Roberto Conte, il politico condannato in primo grado a quattro anni per concorso esterno in associazione camorristica. Il Tribunale accoglie la richiesta sostenuta dall’avvocato Ciro Falanga, alla base di un ragionamento: i diciotto mesi di sospensione imposti a chi è stato condannato per un reato associativo sono decorsi a cavallo delle due consiliature. Conte ha «scontato» quattordici mesi nella scorsa consiliatura, oltre a quattro mesi dopo aver incassato la nuova elezione alle ultime regionali. Cosa succede ora? Il dispositivo del Tribunale non rende automatico il suo ritorno in Consiglio, ma gli spiana decisamente la strada in questo senso. Ora il provvedimento sarà inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la riammissione formale del leader di Alleanza di Popolo. Una svolta che cade nello stesso giorno in cui Conte diventa protagonista (suo malgrado) di un altro capitolo giudiziario: ieri il politico è svenuto in aula ed è stato ricoverato al Loreto Mare. È accaduto dopo aver rilasciato una deposizione spontanea, nel corso di un processo in cui Conte è accusato di truffa ai danni dello Stato, vicenda che gli è costata una richiesta a cinque anni e mezzo di carcere. Seconda sezione penale, presidente Elisabetta Del Balzo, interminabili minuti di panico. Tutti in aula si danno da fare, fioccano richieste al pronto soccorso ma non c’è un presidio di ambulanza fisso nella più affollata cittadella giudiziaria d’Italia. Difeso dai penalisti Michele Cerabona e Erasmo Fuschillo, Conte ha lasciato l’aula in barella, per finire sotto osservazione al Loreto Mare. Inevitabile la polemica da parte di avvocati e rappresentanti di categoria: possibile che il Tribunale di Napoli non sia provvisto di una struttura di pronto soccorso permanente e adeguata alle esigenze di un’utenza tanto numerosa? Intanto, nelle stesse ore, è arrivato il provvedimento chiesto con una procedura d’urgenza dall’avvocato Falanga. Ma ecco il dispositivo del giudice Gallo: «Si accerta la cessazione degli effetti della sospensione del consigliere Roberto Conte, alla data del quattro dicembre del 2010 e si ordina alla Presidenza del Consiglio e alla regione Campania di adottare gli atti conseguenti (alla cessazione) del dispositivo». Tradotto in parole povere, Conte ha scontato il periodo di sospensione imposto a chi incassa una condanna per concorso esterno in associazione camorristica. Decorsi i diciotto mesi imposti dalla legge, può fare ritorno nell’aula del Centro direzionale, nonostante sia in attesa del verdetto d’appello per la storia dei presunti legami con la camorra dei Misso. Intanto, per effetto del provvedimento adottato ieri dal giudice civile, dovrebbe decadere il consigliere Carmine Sommese (che tramite i suoi legali si era opposto alla procedura d’urgenza inoltrata da Conte), con un turn over dettato dai piani alti del Palazzo di giustizia. A questo punto, tocca all’avvocato Falanga giocare la prossima mossa, bussando in modo diretto alla Presidenza del Consiglio per ottenere il reintegro di Conte. Un uomo, un caso. Appena un anno fa, la decisione di Conte di proporsi per un mandato bis in Consiglio regionale infiammò la campagna elettorale per Palazzo Santa Lucia. Conte venne bollato tra gli «impresentabili», vista la condanna per concorso esterno alla camorra, ma anche per l’altro procedimento penale che lo vede imputato di truffa aggravata ai danni dello Stato. È il processo per il quale ieri si è speso in una deposizione spontanea, al termine della quale è crollato in aula in preda a un improvviso sbalzo di pressione.