Napoli, il piano strade sicure: «Tutor anche in Domiziana»
Secondo l’Istat, è il giorno della settimana in cui si verificano più
sinistri sulle strade della Campania: nei martedì del 2008, 1720: il
14,9% del totale. Attenzione, però, c’è da scansare ancora il fine
settimana.
Se il sabato si registra il maggior numero di feriti (14,8%), infatti,
la domenica è la giornata più nefasta: l’anno scorso, 62 persone sono
morte nel settimo giorno, il 18,8% del totale. La fascia oraria più
rischiosa, invece, è quella dalle 10 alle 13, mentre il mese peggiore è
maggio (9,3% di incidenti e 9,2% di feriti), anche se si muore di più a
marzo (10,9%). Le cifre che inquadrano il dramma non lasciano spazio
all’ottimismo: 32 incidenti al giorno, 2 feriti ogni ora, 6 morti a
settimana, per un costo sociale pari a 1,8 milioni di euro all’anno.
Un bilancio che in Italia si è ridotto e nella nostra regione s’è
aggravato: rispetto all’anno precedente, gli incidenti sono aumentati
del 2,2%, i feriti del 3,8%, le vittime del 2,8%. Il 37% di queste
aveva un’età inferiore ai 30 anni e nel 66% dei casi era alla guida del
veicolo. Per dare un taglio a questi numeri nasce il Centro Regionale
Integrato per la sicurezza stradale (Criss), realizzato dall’Agenzia
Regionale Campana per la Sicurezza Stradale (Arcss) per conto della
Regione e del ministero dei Trasporti.
«Un potente strumento di diagnostica, una specie di Tac», lo definisce
Ennio Cascetta, assessore regionale ai Trasporti, con un’immagine che
ne descrive efficacemente mezzi e finalità. La strategia è chiara:
mettere insieme le forze e condividere le conoscenze. Grazie al
complesso sistema informatico del Criss, realizzato nell’ambito del
programma di attuazione del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale e
finanziato dal ministero (1 milione e 600mila euro) e dalla Regione (1
milione), sarà più facile scambiarsi dati, incrociarli, analizzarli,
verificarli.
E individuare con accuratezza i luoghi, le cause e gli effetti degli
incidenti. «Siamo l’unica Regione, con la Lombardia, a istituire un
sistema di monitoraggio – dice Cascetta -. La sicurezza stradale deve
diventare una grande priorità, e noi stiamo imparando dalle esperienze
fatte in questi anni. Dobbiamo combattere questa battaglia tutti
insieme». Poi, l’assessore confessa: «Sono sempre impressionato per i
tanti ragazzi che lasciano la vita sulle nostre strade: sono padre, e
sono stato toccato personalmente da questi lutti».
Affinare la diagnosi per migliorare la terapia, dunque. Il 74% dei
sinistri avviene nel perimetro urbano, dove gli incidenti su veicoli a
due ruote sono aumentati in Campania addirittura del 400% (i tecnici lo
chiamano «effetto scooterone»). In autostrada, al contrario, la
riduzione è stata notevole, ma è sulle altre strade extraurbane che si
muore di più (6,2% decessi ogni 100 sinistri, a fronte di un tasso di
mortalità generale del 2,9%).
Non a caso, Cascetta loda l’esperienza del tutor. «Ha dato risultati
eccellenti sia sulla Napoli-Roma che sulla tangenziale di Napoli, dove
in un anno gli incidenti mortali si sono dimezzati e i feriti si sono
ridotti del 35%». E l’assessore si spinge oltre: «Deve diventare uno
standard di progettazione – auspica -. In quel caso, la Regione sarebbe
disposta a finanziare il 100%. Il tutor – prosegue – sarà attivato
anche sulla Domitiana, uno dei tre siti di sperimentazione in Italia su
strade a carreggiate non separate».
Di riduzione della velocità (è la causa del 36,3% degli impatti
mortali), parla anche il Prefetto di Napoli, Alessandro Pansa: «Resta
uno dei maggiori fattori di rischio – osserva -. Il costo sociale che
paghiamo non può lasciarci indifferenti». Ma il Prefetto solleva anche
una questione inattesa: «Spesso non c’è corrispondenza tra la sanzione
amministrativa e la portata degli incidenti. Le patenti sospese sono
molte meno degli scontri mortali. E se le sanzioni non vengono erogate,
l’effetto deterrente si riduce».