Napoli maglia nera per i costi della politica Oltre 1.500 euro di debito per cittadino
NAPOLI
(27 aprile) – Napoli maglia nera per le spese della politica. Ogni
abitante del capoluogo partenopeo paga infatti 87 euro, a fronte di una
media di 33 euro, per il costo totale diretto dei servizi per giunta,
Consiglio e Municipalità. È quanto emerso da un’indagine svolta dal
Sole 24Ore relativa alle spese degli enti locali sulla base di dati
forniti dal ministero dell’Interno. Sul podio salgono due città
calabresi, Reggio (79 euro) e Cosenza (67). Seguono Mantova, Frosinone,
Bari e Trento, mentre la città più virtuosa è Oristano (4 euro).
Ma come si arriva a queste cifre? Molto dipende dalle classificazioni
in bilancio delle uscite: su Napoli incidono il costo totale diretto e
il numero di dipendenti comunali impegnati a far funzionare giunte,
Consigli e Municipalità. All’ombra del Vesuvio raggiungono il numero
record di 658, di poco inferiore ai 736 della Capitale. A Roma, però,
operano venti Municipalità, ovvero il doppio di quelle di Napoli.
Nell’inchiesta vengono poi valutati altri sette indicatori.
Se si considerano le spese per il personale, il capoluogo partenopeo
scivola all’undicesimo posto assieme a Cosenza con 474 euro per
abitante, dopo Siena (554), Trento (551) e Firenze (541) e prima di
Palermo (473) e Gorizia (463). Veniamo, poi, agli investimenti: qui
Napoli è dodicesima con 579 euro per abitante ma fanno meglio, tra le
altre, Roma e Milano mentre il primo posto spetta a Tortolì e l’ultimo
a Palermo.
Quindi le spese correnti, ovvero quelle relative a uffici, utenze e
alle altre voci collegate al funzionamento della macchina
amministrativa: Napoli è ottava su 110 comuni (1.396 euro pro capite),
distanziata di circa 700 euro dalla capolista Venezia che costa di gran
lunga più degli altri enti. Gli altri quattro indicatori riguardano
entrate e debiti. Sulla capacità di riscossione di tasse e tributi si
nota la sofferenza di Palazzo San Giacomo: si attesta a metà
classifica, ben lontano da Venezia, Lecce e Olbia ma meglio di Enna,
Gorizia e Agrigento.
Va meglio con le entrate extratributarie, ovvero i proventi dei servizi
(tariffe) e dei beni dell’ente (ad esempio l’occupazione di suolo
pubblico): il capoluogo partenopeo è 35esimo con 269 euro pro capite.
Questa classifica vede in vetta Siena e in coda Roma (si considerano i
crediti vantati dalla gestione ordinaria nei confronti di quella
commissariale).
Napoli si ferma al gradino numero 40 per le entrate proprie (ovvero la
somma delle due voci precedenti), mentre per il debito (l’esposizione
del Comune con le banche e la Cassa depositi e prestiti) sale al
18esimo posto: ogni cittadino porta sulle proprie spalle 1.541 euro,
peggio di Caltanissetta (42 euro) ma meglio di Torino (3.450 euro) e
Milano (2.938).